violenza di genere
Cos'è il needle-spiking, la nuova frontiera delle aggressioni sulle donne
Lizzie stava trascorrendo la serata in un affollato locale di Nottingham in compagnia di tre amici, quando ha avvertito un pizzicotto sulla schiena. Pochi minuti dopo, non riusciva più a stare in piedi da sola. Come tante altre giovani donne inglesi, Lizzie è stata vittima della pratica del needle-spiking, che consiste nell’iniettare di nascosto sostanze come farmaci, in particolare sonniferi, o droghe. «Nessuno dovrebbe passare quello che ho passato io», ha detto Lizzie al New York Times. «Non riuscivo a controllare più niente». E adesso, almeno 40 atenei del Regno Unito stanno boicottando i locali notturni, in segno di protesta per chiedere maggiore sicurezza al mondo del clubbing.
Dal bicchiere all’ago: cos'è il needle-spiking
Secondo l’Independent è probabile che i farmaci utilizzati per il needle spiking siano gli stessi usati per drogare le bevande, come il Rohypnol o il Gamma Hydroxybutyrate (GHB), vale a dire quella che i giornali impropriamente chiamano "droga dello stupro". L’effetto più comune è la perdita di memoria, ma queste sostanze possono causare anche perdita di equilibrio, problemi alla vista, nausea e vomito. Tuttavia, come riporta il New York Times, la polizia inglese ha dichiarato che non ci sono stati casi di abusi sessuali connessi a questo tipo di aggressione. Questi episodi, però, hanno spinto le giovani donne a boicottare bar e discoteche e a lanciare una petizione per spingere i locali a perquisire le persone all’ingresso. In un Paese in cui, dal 2015 al 2019, sono stati rilevati più di 2.600 casi di drink drogati da sconosciuti (spiking), la paura e la rabbia delle ragazze appare più che motivata. E in molte si chiedono che cosa debbano indossare le donne per sentirsi protette quando escono la sera.
La violenza sulle donne nel Regno Unito
Con la fine delle restrizioni in UK, le giovani donne sentono il bisogno di vivere il divertimento con serenità. «Siamo abituate a controllare il drink, a coprirlo», spiega una ragazza. «Ma non possiamo fare lo stesso con tutto il corpo. Non dovremmo avere anche questa responsabilità». Eppure la paura è così tanta che c’è chi addirittura cerca di indossare indumenti più spessi per proteggersi da eventuali punture. Un atteggiamento frutto di un clima generale di misoginia all’interno della società inglese, che da circa un anno fa i conti con omicidi e violenze contro le donne.
La misoginia nelle università inglesi
Secondo lo studio “Understanding Sexual Aggression in Uk Male University Students”, su 554 studenti universitari, almeno 63 hanno raccontato di aver commesso stupri e aggressioni sessuali. Alla radice dell’epidemia di violenza, la mascolinità tossica, che non risparmia nemmeno i ragazzini. «Alcuni di questi reati sarebbero stati commessi prima di iniziare l’università, anche mentre erano a scuola», fa sapere Samuel Hales, coautore del rapporto. Come ha sottolineato Soma Sara, fondatrice di Everyone’s Invited, movimento creato per contrastare la cultura dello stupro, «il sessismo fa parte di un continuum di violenza e quando un individuo è disumanizzato diventa vulnerabile alla violenza». È quindi necessario fare un ulteriore passo: «aiutiamo uomini e ragazzi ad avere il coraggio di essere proattivi, a denunciare i comportamenti violenti e a responsabilizzare i loro amici».
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