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«Un virus letale a Wuhan»: il libro che ha predetto il coronavirus
Il coronavirus continua a diffondersi in Cina mentre il panico ha fatto emergere, nel resto del mondo, chiari segni di sinofobia e razzismo. E sembra che tutto fosse stato previsto da tempo: non ci riferiamo alla tragica fine di Li Wenliang, il dottore arrestato per aver dato l'allarme, o a Xi Jinping e al governo cinese, che erano stati informati del nuovo virus prima che scoppiasse l'epidemia; no, parliamo di un libro horror scritto quarant'anni fa negli USA.
Il libro che predisse il coronavirus
Nel 1981 Dean Koontz era uno scrittore che usava molti pseudonimi: David Axton, Deanna Dwyer e Leigh Nichols. Con quest'ultimo pubblicò un racconto intitolato The Eyes of Darkness, inserito nella ricca corrente horror che era nata proprio negli USA dai due grandi capostipiti: Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft e che negli '80 era trainata dai successi di Stephen King. The Eyes of Darkness racconta la storia di una madre divorziata, Christina, convinta che suo figlio non sia morto in campeggio come tutti credono ma che sia stato rapito. Tina ha ragione: Danny è detenuto segretamente perché infettato da una nuova arma biologica chiamata Wuhan-400, sviluppata proprio nei laboratori della città cinese di Wuhan.
Nel testo si racconta: «Fu in quel periodo che uno scienziato cinese di nome Li Chen disertò negli Stati Uniti, trasportando un dischetto delle più importanti e pericolose nuove armi biologiche cinesi in un decennio. Chiamano il materiale "Wuhan-400" perché è stato sviluppato nei loro laboratori RDNA fuori dalla città di Wuhan ed è stato il quattrocentesimo ceppo vitale di microrganismi artificiali creati in quel centro di ricerca. Wuhan-400 è un'arma perfetta. Colpisce solo gli esseri umani».
Coincidenze?
Per quanto possa sembrare suggestiva l'ipotesi che Koontz abbia predetto il coronavirus (o Covid-19), siamo di fronte a una coincidenza come molte altre nella storia (non diversa da quella sul Titanic che vi abbiamo raccontato tempo fa). Certo, l'origine del virus a Wuhan colpisce la nostra immaginazione (considerate, però, che la città è sede di un famosissimo laboratorio virologico cinese), ma nel libro sono presenti altrettante contraddizioni, per prima cosa il virus stesso: all'uscita di The Eyes of Darkness nel 1981, il Wuhan-400 era chiamato Gorki-400, e sarebbe stato sviluppato in Russia, ma dopo la caduta dell'URSS, gli editori gli cambiarono il nome e l'origine per adattarlo al nuovo scenario internazionale. I tassi di infettività e la mortalità tra Covid-19 e Wuhan-400 sono incomparabili: il primo ha bisogno di 14 giorni di incubazione e uccide nello 0.2% dei casi, il secondo 10 ore ed è letale nel 100% dei casi.
Ma allora come spieghiamo una profezia simile? Esattamente come altri casi analoghi nella storia: col teorema della scimmia infinita. In pratica se prendiamo una scimmia che prema a caso i tasti di una tastiera per un tempo indefinito, quasi certamente riuscirà a comporre qualsiasi testo prefissato. Sembra una battuta, eppure si tratta di un vero e proprio Lemma di Borel-Cantell che è fondamentale nella dimostrazione della legge dei grandi numeri. Se analizzassimo tutta la produzione letteraria umana fino a oggi troveremmo, col senno di poi, innumerevoli coincidenze come quella del libro di Koontz.
E il coronavirus?
La situazione in Cina continua a peggiorare, l'opinione pubblica nazionale e internazionale inizia a essere seriamente preoccupata per il contenimento del virus e in Italia ristoranti e attività cinesi sono disertate e sull'orlo del fallimento.
Come è visibile dalla mappa, l'epidemia si concentra principalmente in Asia. Qui la sua versione interattiva per seguire gli aggiornamenti. Qui il FAQ del governo italiano per chiarire ogni dubbio.
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