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E se Google andasse in down per un mese?
Erano le 12 di oggi quando l’universo targato Alphabet, la grande corporation che possiede Google, Gmail, Drive e YouTube, è collassato su se stesso lasciando gli utenti congelati per 90, interminabili, minuti. Il mondo è inciampato sotto il peso del monopolio di Alphabet facendoci intravedere uno spiraglio di medioevo tecnologico. Ci siamo ormai abituati ad affidare così tanta parte della nostra vita a questi giganti del big tech, che non abbiamo pensato a cosa potrebbe succedere se uno di essi crollasse. Cosa avverrebbe al nostro lavoro e alle nostre relazioni sociali se domani Google andasse in down per un mese? Il danno colpirebbe, prima di tutto, i possessori di account Gmail che usano Drive e i vari office per la piattaforma come Documents. Quanti? Beh un terrestre su cinque: 1,5 miliardi di utenti non potrebbero inviare mail, accedere ai propri archivi o alle proprie password memorizzate sugli account. Il 20% dell’intera popolazione globale rischierebbe di fermarsi all’improvviso, priva di una consistente parte della propria vita. Poi ci sarebbero gli utenti del motore di ricerca: solo in Italia circa 32 milioni di persone rimarrebbero al buio. E, come successo oggi, anche gli studenti e gli insegnanti in DAD con Classroom che vedrebbero saltare le lezioni per giorni. Per non parlare dell’apocalisse video, per alcuni intrattenimento ma per altri, come i content creator, i media e le istituzioni, lavoro: su YouTube circa 2 miliardi di utenti caricano, in un solo giorno, 720mila ore di video e fanno 5 miliardi di visualizzazioni. La piattaforma è ormai una sconfinata memoria visiva dell’umanità che verrebbe spazzata via in un attimo. Tutti conosciamo l’enorme risorsa, per di più gratuita, messa a disposizione da Big G., e i suoi innumerevoli vantaggi ai quali abbiamo affidato una parte importante delle nostre vite. Ma quali sono i rischi di questa dipendenza? Oggi ne abbiamo avuto un assaggio.
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