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Gli attacchi informatici aumentano. Ma c'è una buona notizia

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Nel nostro Paese, da inizio anno, sono stati 1572 gli episodi che hanno messo a rischio la sicurezza informatica di cittadini, aziende e istituzioni. A dimostrazione che a una maggiore digitalizzazione non corrisponde sempre un grado di maggiore cybersicurezza. Secondo il report di Exprivia, gruppo internazionale specializzato in Information and Communication Technology (ITC), i primi sei mesi del 2022 sono stati peggiori di quelli del 2021, con il 150% in più di episodi legati alla violazione della sicurezza informatica. Ma una buona notizia c’è: le minacce informatiche si sono tradotte in un’offerta sempre maggiore di cybersicurezza (con l’aumento di posti di lavoro nel settore) e nello sviluppo di più sofisticati strumenti per contrastare i pericoli del mondo digitale. Un esempio è Samsung Knox, una piattaforma di sicurezza che Samsung ha integrato in tutti gli smartphone Galaxy e che ha protetto, negli ultimi anni, circa 1 miliardo di dispositivi.

Le buone pratiche per la sicurezza informatica

Come sottolinea il report di Exprivia, il cybercrime ha costituito la maggioranza delle motivazioni che stanno dietro agli attacchi informatici, agli incidenti e alle violazioni della privacy nei primi sei mesi del 2022. Gli episodi che hanno messo a rischio la sicurezza digitale si sono concentrati nel Centro Italia, seguiti da Nord e Sud. Il settore finanziario è stato il più colpito. Ma c’è stato anche un incremento graduale di incidenti, attacchi e violazione privacy, rivolti alla Pubblica Amministrazione. Per questo è importante agire sulla prevenzione del rischio, anche perché la gestione del danno può rivelarsi molto costosa sia per i privati che per le aziende.

Un’ottima strategia è quella di usare password “forti”, con numeri, lettere (maiuscole e minuscole) e caratteri speciali, combinati in modo casuale, evitando di usare parole o numeri riconducibili a dati personali, passioni o interessi e ricordandosi di cambiarla ciclicamente. E soprattutto mai usare la stessa password per più account, aiutandosi con un password manager come quello di Google. Oppure strumenti come la dashboard degli smartphone Samsung che permette di vedere quali app condividono i dati dell'utente e di tenere traccia delle proprie attività.

È importante anche tenere gli occhi aperti per smascherare i tentativi di phishing, via sms o via mail, che potrebbero arrivare anche da account della nostra rete che potrebbero essere stati violati. Se ci si trova fuori casa, mai fare login quando si usano Wi-Fi pubblici. Un’altra buona pratica è quella di aggiornare software e programmi, che nelle versioni più recenti offrono maggiori protezioni in caso di attacco, e dotarsi di un antivirus.

Per esempio Samsung, che già nel 2013 ha sviluppato Samsung Knox, piattaforma di sicurezza inizialmente pensata per aziende, e presto convertita in sistema di difesa utile anche per i consumatori oggi integrata in tutti i dispositivi Galaxy, è impegnata in costanti aggiornamenti che garantiscano la protezione da nuove minacce e dalla continua evoluzione delle piattaforme digitali.

Il risvolto occupazionale degli attacchi informatici

Un attacco informatico può tradursi, per un'azienda, in milioni di euro di danni. Che si traducono in ricavi altissimi per i cybercriminali. E questo è il motivo per cui questi attacchi sono sempre più frequenti. «I cybercriminali possono guadagnare rivendendo i dati a terzi, oppure cifrandoli e chiedendo un riscatto per renderli nuovamente utilizzabili», spiega a VD Paolo Del Checco, consulente informatico forense. «Per l’azienda, c’è invece una perdita enorme in termini di reputazione e fidelizzazione».

Ma se da un lato le minacce informatiche crescono, dall’altro aumenta la richiesta di tutte quelle figure legate al mondo della cybersecurity. Come spiega a VD Giorgio Sbaraglia, consulente di cybersecurity e membro del comitato scientifico del Clusit, l’associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, «nascono continuamente aziende che si occupano di cybersicurezza».

Manca, però, il personale. «Si parla di 500mila figure che mancano all’appello nel mondo IT e cybersecurity». Tanto che le aziende vanno a pesca di talenti all’interno delle università. «Chi fa ingegneria informatica o informatica fa fatica a finire la triennale perché le aziende offrono opportunità di lavoro fin da subito. Esistono poi anche percorsi biennali professionalizzanti a cui il Pnrr ha destinato centinaia di milioni di euro all’anno». E il tasso di occupazione «si aggira sul 90%».

«In Italia c’è una bassissima cultura informatica. Secondo il Digital Economy and Society Index del 2021, l’Italia è al ventesimo posto su 27 Paesi per maturità digitale». Eppure le minacce informatiche nel nostro Paese si stanno intensificando. Come dice Sbaraglia: «il tasso di crescita è del 10-15% l’anno. E il fatturato mondiale del cybercrime si stima che sia sui 6mila miliardi, che è tre volte il nostro PIL». Ci stiamo, però, attrezzando. «A livello governativo, l’Italia ha creato l’Agenzia di cybersicurezza nazionale», spiega. E, non da ultimo, «prevede un piano di 800 assunzioni».

Questo articolo nasce in collaborazione con Samsung Electronics, da sempre impegnata nella protezione dei dati sensibili dei propri utenti. Oggi, Samsung Knox fornisce una protezione end-to-end, in tempo reale, per tutta la durata della vita dei prodotti, realizzando così un sistema di sicurezza collettivo, in cui utenti e aziende siano sempre supportati in materia di cyber security. Per approfondire, clicca qui.

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