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Per i fuori sede tornare a casa a Natale è un lusso
C’è chi fa scalo all’estero pur di risparmiare un po’ e chi è disposto a trascorrere 21 ore in traghetto per rivedere la propria famiglia. Almeno a Natale. La vita del fuori sede nelle grandi città del Centro-Nord è un pendolo che oscilla tra rinunce e sacrifici, soprattutto in tempo di feste. «Per tornare a casa per Natale in Sicilia, il mio ragazzo ha dovuto fare scalo all’aeroporto di Budapest», racconta a VD Diletta, studentessa siciliana a Milano. «Se avesse preso il diretto per Catania, avrebbe speso centinaia di euro in più». E tra i fuori sede c’è chi si arrangia. Come Stefano Maiolica, creatore salernitano della pagina “unterroneamilano”, che forte della sua esperienza ha organizzato per il secondo anno un Pullman Solidale per portare gratuitamente a casa per Natale 87 ragazzi fuori sede. Perché tornare non deve essere un lusso.
L’Odissea dei fuori sede a Natale
Daniela vive a Milano da gennaio, dove si è trasferita per uno stage. Guadagna 500 euro al mese e non si può permettere di tornare a casa se non per le feste comandate. «Rientro in Sicilia solamente a Pasqua, per l’estate e a Natale», racconta a VD. Ma anche tornare a casa solo tre volte l’anno è faticoso. «Ad esempio se dovessi prendere un volo ‘comodo’, cioè che parte in giornata e non di notte, spenderei 400 euro andata e ritorno, esclusi i bagagli. Perché, oltre ai biglietti, devo pagare per spedire anche i pacchi». Che equivale a spendere tutto quello che si guadagna per tornare a casa. «Per questo Natale, ho dovuto prendere un aereo che viaggiava di notte, per poterlo pagare 80 euro. Poi, però, bisogna conteggiare anche il costo del taxi e del treno per arrivare all’aeroporto. Il ritorno, invece, l’ho trovato a 70 euro, ma devo fare uno scalo a Napoli. Certo, si può provare a programmare l’aereo già a settembre, quando i voli costano meno. Ma non sai mai come sarai organizzato per le ferie e il più delle volte lasci perdere».
Le alternative non sono percorribili. «Ho anche pensato di tornare a casa con la nave, ma avrei speso 70 euro per dormire sulle poltrone. L’autobus sarebbe stato il mezzo più economico. Peccato, però, per il viaggio di 24 ore». Per chi, come Daniela, abita in Sicilia, non è conveniente nemmeno il treno. «Da Milano a Napoli posso contare sul servizio dei Frecciarossa, ma per raggiungere poi il mio paese posso fare affidamento solo sui regionali. In sintesi, impiego più tempo a tornare a casa in Sicilia da Napoli, che non ad arrivare a Napoli da Milano».
Anche Diletta è siciliana. Vive da cinque anni a Milano, dove sta finendo un master. «Ricordo di aver pagato spesso cifre esagerate per un biglietto», dice. «Nel 2018, ad esempio, il volo da Catania a Milano mi è costato 350 euro, pur avendolo prenotato un mese prima». Anche Diletta ha provato a trovare soluzioni alternative all’aereo. «Ho provato ad arginare i costi: una volta sono tornata a casa in macchina con il mio ragazzo. Sono state 24 ore di viaggio, un’esperienza terribile. Purtroppo, sono una studentessa e non ho un reddito: nel mio caso, i miei genitori devono sostenere, oltre ai costi dell’affitto e delle spese, anche il costo dei ritorni a casa».
Vivere da fuori sede: i costi in Italia
Secondo i dati Eurostat 2019, gli studenti universitari sono 1,7 milioni. Tra chi vive in famiglia, circa 284 mila (17%) abitano nella stessa città dove studiano, mentre il 49,8% frequenta l’ateneo da pendolare. I fuori sede, invece, sono 570 mila (33,5%). Per un appartamento in condivisione (spesso in nero), tra vitto e alloggio, si arriva a spendere, quando si ha fortuna, 650 euro al mese. Agli studenti si aggiunge poi la platea di lavoratori che dal Sud si trasferisce nelle grandi città del Centro-Nord, come Milano, Bologna o Firenze. Anche se non ci sono statistiche dettagliate, un’idea di quanti sono i lavoratori fuori sede al Nord ce la restituisce il mercato immobiliare: a Milano, per esempio, il 30% degli affittuari proviene da altre province italiane, contro il 3,2% di Palermo.
Ma nonostante una porzione di Italia sia lontana da casa e affetti, continuano a mancare le soluzioni per unire il Paese. Basti pensare che per raggiungere in treno Salerno da Milano, il 21 dicembre, si spendono dai 95 ai 225 euro solo andata. Fa sorridere che, per andare in treno a Parigi, partendo sempre da Milano lo stesso giorno, si spendano al massimo 45 euro. Un paradosso che pesa sulla felicità di migliaia di italiani.
La seconda AttraversaTAM di unterroneamilano
Per il secondo anno, dopo il primo riuscitissimo esperimento del 2019 nato come forma di “protesta concreta”, per provare a sensibilizzare più persone possibile sul tema, unterroneamilano ripropone il suo Pullman Solidale che, in partenza il 22 dicembre alle 19 dalla Stazione Centrale di Milano e diretto come ultima fermata a Catania nel pomeriggio del 23, porterà al Sud 87 fuori sede. «Ho pensato: se tornare a casa costa così tanto, noleggio il mio pullman e vediamo che succede!», racconta Stefano Maiolica, creatore della pagina e dell’iniziativa. Noi di VD saremo a bordo del Pullman e vi racconteremo in tempo reale la traversata, tra show, giochi e iniziative attraverso cui trascorrere le ore di viaggio.
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