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scienza

La misteriosa scomparsa di Ettore Majorana

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Nel 1938, apice del regime fascista, all’alba della pubblicazione del Manifesto della Razza e del Patto d’Acciaio con Berlino, la fisica italiana conosce un periodo particolarmente fortunato: un gruppo di geniali studiosi coordinati da Enrico Fermi, passati alle cronache come i Ragazzi di Via Panisperna, studia con successo l’atomo e la fissione nucleare. Il 27 marzo dello stesso anno, il teorico del gruppo, Ettore Majorana, soprannominato il Grande Inquisitore per il suo carattere scontroso e distaccato, fa perdere le sue tracce.Mussolini, rifiutando l’idea di perdere una delle menti migliori del Paese, ordina ricerche a tappeto in tutta la Penisola, via terra con le unità cinofile e via mare con mezzi speciali. La famiglia istituisce una lauta ricompensa.La polizia di Stato, in seguito alle pressioni del filosofo e senatore Giovanni Gentile, apre il fascicolo PS1939-A1, sul quale troviamo tre annotazioni.Dal perentorio «Voglio che si trovi» del Duce si passa a un sarcastico «I morti si trovano, sono i vivi che possono scomparire» del capo della polizia, ma il caso viene archiviato con un laconico anelito: “scomparsa a fine di suicidio”.Il 17 luglio, la popolare rubrica settimanale della Domenica del Corriere, “Chi l’ha visto?”, dedica un breve spazio alla scomparsa di Ettore Majorana.

Ottant’anni non sono bastati per sciogliere l’enigma ordito dal fisico

2015. La Procura di Roma archivia il caso Majorana “per scomparsa”. Gli inquirenti chiudono l’inchiesta aperta nel 2011 a seguito della testimonianza di Francesco Fasani, meccanico italo-venezuelano, che telefonò al moderno “Chi l’ha visto” per segnalare d’aver conosciuto Ettore Majorana.Sulla base di una fotografia e la compatibilità ereditaria analizzata dai Ris di una cartolina dello Zio Quirino Majorana e sull’alienazione sociale del fisico affetto da sindrome di Asperger, la Procura conclude dando per certo il soggiorno del Majorana in Venezuela nel periodo tra il ’55 e il ’59, sotto la falsa identità del Sig. Bini.2017. Gli scienziati dell’esperimento “Gerda” presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) danno la caccia al neutrino di Majorana.Attraverso il bombardamento con raggi gamma di un rilevatore di germanio immerso in argon liquido, i fisici cercano la conferma dell’esistenza del fermione Majorana, che farebbe luce su uno dei più grandi misteri della fisica moderna, ossia l’asimmetria tra materia e antimateria. Majorana teorizzò infatti l’esistenza di un’antiparticella per ogni particella elettricamente neutra. Una particella “fantasma”, data l’estrema difficoltà di registrarne la presenza nello spazio. Elusiva e inafferrabile, proprio come il fisico sparito nel nulla.A quasi ottant’anni dalla sua scomparsa, ancora suggestioni e dubbi tormentosi sul thriller umano e scientifico di Ettore Majorana.

Majorana elaborò la teoria del nucleo composto da protoni e neutroni prima di Heisenberg

Fiumi d’inchiostro sono stati versati sul caso, alimentando supposizioni e complotti che hanno dato vita ad una tragedia dalle infinite trame.Gli amanti del complotto lo danno prima rifugiato in Germania, per mettere al servizio del Terzo Reich le sue enormi conoscenze, poi transfugo in Argentina, in compagnia di un’allegra brigata di reduci nazisti. Le ipotesi scandalistiche parlano di un Majorana omosessuale, in fuga da una famiglia tanto prestigiosa quanto austera che mai avrebbe tollerato le sue particolari inclinazioni.Anche Borsellino e Sciascia si sono occupati del caso. Ha visto la fine del mondo in una manciata di atomi?Nella prima metà del ‘900 gli scienziati si trovano in un particolare rapporto con il potere e sono costretti e coinvolti in scelte eticamente discutibili, come l’uso dell’energia nucleare e la futura costruzione della bomba atomica.Se Fermi, con moglie ebrea, decide di scappare negli Usa e mettere al servizio degli Alleati le sue conoscenze (fu uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione dell’atomica nei laboratori di Los Alamos) Majorana teme la scienza tremenda e la ricerca pericolosa, abiura la conoscenza mortale.

Le scelte eticamente discutibili degli scienziati

Di fronte ai più grandi interrogativi posti dalla scienza, sceglie la potenza del silenzio.Dilaniato tra l’amore e la violenza della fisica, accetta di sparire, rinunciando alla propria vita, al proprio genio, alla propria missione. La scomparsa come forma di estremo rifiuto a quella scienza che di lì a poco avrebbe conosciuto il peccato. L’uomo dal carattere scontroso e riservato ai limiti della misantropia, piuttosto che divulgare le sue scoperte sperimentò le proprie teorie su stesso, trasformando la sua scomparsa in una rappresentazione macroscopica del mondo della meccanica quantistica.Come le particelle che possono contemporaneamente essere e non essere, a tutt’oggi Majorana non è né vivo né morto, ma scomparso in una terza dimensione.Che a noi, comuni mortali, non è dato conoscere.

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