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Gli anni Ottanta nella Dolce Via di Traub

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Ci sono libri di fotografia che dovrebbero essere obbligatori in ogni casa, assieme ai libri comuni. I secondi sono in via d’estinzione e i primi sono considerati un oggetto di culto per collezionisti o intrippati. Niente di più sbagliato. La bellezza è così semplice da trovare, della bellezza c’è così tanto bisogno che un libro come Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub dovrebbe passarlo la mutua. Ma la mutua non ha ancora capito che pure la psiche e lo spirito vanno nutriti.

Gli anni Ottanta nella Dolce Via di Charles Traub

Vedendo queste foto scattate negli anni ‘80 si pensa subito: che mondo diverso che eravamo. Uno si ferma sul taglio di capelli di questi italiani così analogici: privi di telefonini e viralità, sui loro look, sulle auto, sui vestiti, sugli sguardi a volte goffi di fronte a un obiettivo. Ma non è solo lì che siamo cambiati. Oggi viviamo in un mondo in cui condividiamo miliardi di megabyte di dati al minuto, nell’era in cui l’immagine è replicata all’infinito e al tempo stesso nel momento più pieno di vincoli e isterie. Si può postare sui social il vedo non vedo di un capezzolo di qualche creator ma non quello di una foto di Helmut Newton.

Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub
Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub

Oggi si pensa subito ai rischi di fare una foto in pubblico (i discorsi giusti, finché non vengono però esasperati sul consenso, sui minori), oggi abbiamo la paura di far incazzare qualcuno, di violare la fantomatica privacy che nessuno sa poi davvero in cosa consista, dal momento che mettiamo ogni nostro singolo dato in mano ad aziende e colossi del web ogni giorno.

Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub
Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub

Oggi la nostra visione della vita pubblica renderebbe di difficile realizzazione un lavoro come Dolce Via Nova con adolescenti in costume, minorenni, bambini a iosa e seni al vento. Fa quasi strano spiegare, a chi non si occupa di raccontare il reale e documentarlo, che non c’è niente di più importante che ritrarre le persone sorprendendole.

Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub
Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub

Solo così si può catturare la loro espressione più sincera, fuori dalla posa, solo così si consegna alle generazioni future un documento fedele alla realtà. L’arte non deve cambiare il mondo, deve piuttosto spiegarlo. Ci siamo fissati con sta cosa dell’arte didattica ma è una gran noia.

Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub
Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub

Traub gira col naso all’insù come ogni americano in vacanza e si innamora dei colori e dei sapori più semplici e umili: un’anguria aperta sulla litoranea, un gruppo di ragazzi in motorino a petto nudo, un vecchietto con un cappellino di carta in testa che prende il sole, un picnic alle porte della città. Guardi le sue foto e sei felice. Sono storie di persone normali, con vite normali, umili, vere. Uno potrebbe dire: si ma questa foto la poteva fare chiunque. Invece l’ha fatta Traub e l’ha fatta meglio.

Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub
Foto da Dolce Via Nova (Lazy Dog) di Charles H. Traub

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