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Come smaltiremo un miliardo di mascherine anti coronavirus?

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L’emergenza coronavirus in Italia sta portando nelle nostre case mascherine anti virus e guanti in lattice. Ma l'uso di questi dispositivi e l’inquinamento che ne deriva stanno creando una bomba ecologica che le aziende di smaltimento potrebbero non essere in grado di gestire. Ci ritroveremo a combattere contro un’emergenza ambientale, dopo aver scongiurato quella sanitaria?

Le mascherine e l'ambiente

Sono ormai tristemente note le immagini di mascherine e guanti in lattice abbandonati per terra all’uscita dei supermercati. Un bene prezioso ma effimero, destinato a un ciclo di vita molto breve: in questo molto simile alla plastica, materiale che ci sta salvando la vita, sotto forma di respiratori e materiale sanitario, ma anche di imballaggi per alimenti. Una risorsa potenzialmente eterna che troppo spesso conosce una fine quasi istantanea, strappata al doveroso riciclaggio per finire abbandonata negli stessi luoghi in cui giacciono, ormai inutilizzabili, anche le mascherine.

Indossare questa protezione è importante per la persona, ma problematico per l’ambiente. La richiesta di questi presidi si è impennata, ma il mercato non è ancora in grado di soddisfarla facilmente, nonostante la produzione stia accelerando, anche grazie alla riconversione di molte aziende. Non mancano però le perplessità su alcuni presidi: pensiamo alle mascherine prodotte da Grafica Veneta, efficaci nel bloccare i droplets ma senza filtri di protezione.

Mascherine anti virus gettate a terra sono diventate virali
Mascherine anti virus gettate a terra sono diventate virali

Come smaltire milioni di mascherine al mese?

L'uso obbligatorio delle mascherine ha portato a un’impennata della richiesta: durante la sola prima settimana di Aprile ne sono state consegnate alle Regioni 3,59 milioni. Elisabetta Perrotta, segretario FISE Assoambiente, riporta la dichiarazione del commissario all’emergenza Angelo Borrelli, secondo cui c'è stato bisogno di almeno di 90 milioni di mascherine al mese, durante la quarantena per soddisfare anche la richiesta di chi le utilizza per fare la spesa. Mascherine che sono diventate subito rifiuti per 2000 tonnellate: questa la stima dei ricercatori di Enea guidati da Claudia Brunori. Oggi il loro uso è aumentato, con la riapertura delle attività dopo la quarantena: il rapporto del Politecnico di Torino calcola un fabbisogno mensile di 953 milioni di mascherine chirurgiche e di 98 milioni col filtro.

Mascherine e presidi sanitari andranno nell’indifferenziato e saranno smaltiti tramite termovalorizzazione, oppure avviati a impianti di trattamento meccanico biologico (TMB). I problemi evidenziati dal consiglio SNPA del 23 marzo sono:

  • Carenza dei siti adatti
  • Difficoltà logistiche e organizzative
  • Mancanza di formazione

Criticità che vanno a sommarsi alla necessità di dover garantire un servizio efficiente anche in tempi di crisi. Inoltre, come sottolineato anche da Perrotta, la dotazione di dispositivi di protezione individuale per i lavoratori del settore è un’esigenza non più prorogabile.

90 milioni di mascherine da smaltire in un mese
90 milioni di mascherine da smaltire in un mese

È in arrivo un’emergenza ecologica?

Non possiamo prevedere cosa accadrà in materia di rifiuti. La loro gestione e smaltimento, come sottolineato da Marco Talluri, dirigente per la comunicazione di Arpat, è coordinata dalle singole regioni, così come le altre attività connesse all’emergenza Covid-19. Forse il problema è proprio questo: la mancanza di un'organizzazione a livello nazionale, d’altro canto impossibile in un Paese che soffre grossi squilibri anche in materia di ambiente. Fino ad ora il Nord è stato in grado di fronteggiare l’emergenza, anche in virtù di maggiori risorse: 26 termovalorizzatori, a fronte degli 8 del Centro e dei 7 al Sud (Sicilia e Abruzzo ne sono sprovvisti).

Ma cosa accadrà se questa emergenza dovesse prolungarsi? Per quanto ancora l’Italia sarà ostaggio non solo del coronavirus, ma anche di guanti e mascherine? È il momento di dimostrarsi responsabili senza farsi tenere in scacco dalla paura: uscire con criterio e non abusare dei dispositivi sono misure di civiltà e senso civico che possono aiutare non solo a salvare vite, ma anche a scongiurare un’emergenza ambientale.

Col coronavirus rischiamo un
Col coronavirus rischiamo un'emergenza ecologica

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