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Come le Fattorie Sociali stanno cambiando l'Italia

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Amar ha diciassette anni e mezzo e vive nella fattoria sociale di Dosso Sant’Andrea di Quinzano d’Oglio, in provincia di Brescia, gestita dallo psicologo Davide Bregoli. A frequentare la struttura ragazzi che soffrono di patologie psichiatriche, con problemi comportamentali o minori stranieri non accompagnati. Come Amar, che in Italia è arrivato con il barcone e adesso sogna di fare il contadino. Un ritorno alla terra che, quando si bagna, ha lo stesso odore di casa.

La storia di Amar

Amar è partito dall’Egitto circa tre anni fa. «Ho visto tutti che partivano da Alessandria e ho deciso di tentare la fortuna anch’io». E così è arrivato in Sicilia. «Ho trascorso un anno e mezzo da parenti, poi ho deciso di entrare nella fattoria e iniziare un percorso per ottenere i documenti, anche se mi manca molto la mia famiglia». A Dosso di Sant’Andrea, Amar si occupa di un po’ di tutto. «La mattina mi prendo cura dell’orto, poi delle pecore e degli altri animali. Verso sera, insieme agli altri ragazzi, raccogliamo le verdure e la frutta: abbiamo angurie, melanzane, spinaci, peperoni. Un po’ di tutto, insomma, ma quello che preferisco è prendermi cura dei cavalli e cucinare la pizza». Nella fattoria sociale Amar ha avuto la possibilità di fare gruppo con ragazzi provenienti da Paesi lontani dal suo. «Ho conosciuto persone diverse provenienti da luoghi diversi, come l’Albania e il Marocco e questo è un aspetto del vivere nella fattoria che mi piace molto». Amar adesso fa la terza media ma da grande vorrebbe fare il contadino. «L’ho fatto anche al mio Paese, dove coltivavo mais, riso e farina in grandi campi. In futuro mi piacerebbe poterlo fare anche qui in Italia».

La fattoria sociale di Davide

L’azienda di Davide Bregoli nasce nel 2002. All’inizio alla fattoria si organizzavano soggiorni di sollievo per persone diversamente abili, mentre oggi accoglie una quindicina di ragazzi. Alcuni di loro soffrono di problemi psichici, altri invece sono lì perché hanno un procedimento penale a carico o sono minori non accompagnati. «Nel 2009 abbiamo avviato laboratori esperienziali per adolescenti», spiega. «A questo proposito ho introdotto l’ortoterapia pratica, molto diffusa nel Regno Unito: si usa il verde come mediatore. Si fanno sentire diversi profumi o si va direttamente a contatto con la terra. Questo perché la natura non discrimina: chi pianta un pomodoro deve attendere il tempo di maturazione di tutti gli altri compagni». L’obiettivo è il raggiungimento del benessere della persona. «Spesso la nostra vita è fatta di routine, di ore stabilite. In questo modo si rompe la quotidianità. E questo, secondo alcune ricerche scientifiche, porta benefici». Se poi si hanno anche problemi di socializzazione, l’orticoltura può gettare un ponte fra noi e gli altri. «Si crea un piccolo gruppo con cui ci si confronta e con cui si entra a contatto con la natura, che è molto importante perché gli adolescenti in grado di fare nuove esperienze. E di guarire. Da noi ha abitato per un periodo un ragazzo che aveva tentato il suicidio. Grazie all’ortoterapia è riuscito a superare le difficoltà. Adesso vive con la sua famiglia in Gran Bretagna».

Quel contatto con la natura di cui abbiamo bisogno

Nel 2017 in Italia le fattorie sociali erano circa 3mila e davano lavoro a 30 mila persone. Un ritorno all’agricoltura in chiave collettiva che fatturava oltre 200 milioni di euro l’anno. Con la pandemia, è nata, invece, la prima rete a guida Coldiretti a sostegno delle famiglie più bisognose. Ma le fattorie sociali non sono solo un luogo in cui si ricostruisce il senso di comunità. Secondo una ricerca della Chiba University in Giappone, il contatto con la natura avrebbe ripercussioni anche sul nostro stato psicologico.«I nostri corpi sono settati per vivere per vivere nell’ambiente naturale», si legge nello studio.Se esposti alla natura, infatti, i nostri battiti scendono a un tasso del 2.2 battiti al minuti. Ripercussioni positive si avrebbero anche sul sistema nervoso, su quello endocrino e su quello immunitario. Insomma, se empiricamente questi effetti si conoscevano già, lo studio li conferma, fornendo un quadro più preciso del nostro stato psicologico e fisico quando siamo a contatto con la natura. Come nel caso di una fattoria sociale.

L'alimentazione del futuro parte dalle nostre terre

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