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'La città incantata' di Hayao Miyazaki compie 20 anni
Il 20 luglio del 2001 usciva nelle sale cinematografiche un film d’animazione che avrebbe cambiato per sempre la percezione che il pubblico mondiale aveva di questa forma d’arte. La città incantata di Hayao Miyazaki, ancora oggi uno dei più grandi classici della storia del cinema, iniziò quell’estate una marcia trionfale tra premi e riconoscimenti. Oggi, dopo vent’anni, l’opera di Miyazaki resta indiscutibilmente uno dei film d’animazione più importanti di sempre.
La città incantata di Hayao Miyazaki
«Mi mancherai Chihiro. La tua migliore amica Rami». Con questa piccola frase all’inizio di Sen to Chihiro no Kamikakushi, titolo originale de La città incantata, Miyazaki ci apre uno scorcio immediato sull’animo della protagonista. Un colpo da maestro che ci immerge subito nell’intima emotività di Chihiro, da dove non usciremo più per tutto il resto del film. La bambina di 10 anni diventerà il nostro alter ego in un viaggio favoloso tratto da Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba. Durante il loro trasloco, suo padre sbaglia strada e arriva davanti a un tunnel, dove entra nonostante le obiezioni della figlia. Oltre quell’arco, la famiglia di Chihiro si perderà in un mondo magico e pieno di pericoli. Man mano che scende la notte, la città incantata prende vita e trasforma le cose note in qualcosa di diverso, disorientante. Chihiro, sotto shock, vede i suoi genitori trasformati in maiali per la loro fame ingorda. La bambina vorrebbe fuggire dalla stregata stazione termale per spiriti gestita dalla strega Yubaba, ma non può abbandonare i suoi cari.
Così resta, costretta a lavorare per non diventare un animale e riuscire, poi a salvare il padre e la madre. Così conosce Haku, il giovane apprendista di Yubaba, l’efficiente Kamaji, la controparte buona della strega, sua sorella Zaniba, e lo spirito senza volto che cercherà invano di corrompere Chihiro con l’oro. Una trama, quella de La città incantata, fitta di livelli di lettura straordinariamente profondi, che toccano l’ambiente, il capitalismo, l’identità e il senso morale. Kamaji è, infatti, lo spirito del lavoro e della produttività industriale, Yubaba invece la metafora della colonizzazione culturale che priva dell’identità le persone e le spinge solo al profitto. Chihiro, invece, la bambina dentro ognuno di noi, che conserva la sua identità grazie alla modestia, il buon cuore e, soprattutto, il buon senso. La città incantata è stata un Alice nel paese delle meraviglie e un Il mago di Oz dei nostri tempi. Un’opera capace di farci sognare e riflettere, con la nostalgia che appartiene a tutte le storie che nascono dal passato dell’autore.
Tre ragioni per rivedere La città incantata
La città incantata è, infatti, nata dai ricordi dell’autore. La città di Tochinoki richiama un parco di divertimenti a Nord di Tokyo e un centro termale nel sud del Giappone. «Da bambino» ha raccontato Hayao Miyazaki «mi colpì una porta nell’area principale di un centro termale. Quello che avrebbe potuto nascondersi mi perseguitò per diverse notti». Da questa idea semplice nacque il primo e unico anime a vincere l’Oscar per miglior film d’animazione e l’Orso d’oro a Berlino. Un'opera dal forte messaggio ambientalista che, nel 2001, non era affatto scontato (ma che Miyazaki proponeva in tutte le sue opere, in particolare in questa e in Principessa Mononoke e Nausicaä della Valle del vento). Evidente, il sottotesto verde, nell’episodio del Dio del fiume o nel legame tra Haku e Chihiro. «Ho messo le mie esperienze personali in tutti i miei film. Contribuisco a pulire il fiume che scorre vicino a casa mia. Preferisco di gran lunga gli alberi al cemento».
E, proprio come in natura, la suggestione delle immagini e delle parole si lega all’armonia della musica. La colonna sonora di Joe Hisashi è parte integrante della straordinaria bellezza del racconto. La melodia del maestro, orchestrata dalla New Japan Philarmonic hanno vinto il Japan Gold Disc Award e il Tokyo Anime Award. Itsumo Nando Demo e il malinconico One Summer’s Day sono i brani più famosi e costituiscono un punto fondamentale della lunga collaborazione tra Hisashi e Miyazaki, iniziatasi con Nausicaä della Valle del vento e conclusasi nel 2013 con Si alza il vento. Un cult anch’esso, l’ultimo donatoci dal maestro Hayao Miyazaki.
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