hayao miyazaki
Perché i film di Miyazaki sono un manifesto ambientalista
I film di Hayao Miyazaki sono un monumento animato alla cultura giapponese. L'autore e il suo Studio Ghibli sono considerati un "tesoro nazionale vivente" e, come tutti i tesori, vengono esibiti per poi essere chiusi in uno scrigno. Troppo complicato ascoltarne il messaggio profondamente pacifista e ambientalista, sia per il governo (industriale e militarista) di Shinzo Abe, che per l'opinione pubblica europea e americana, nazioni dove il maestro è celebrato come un'inarrivabile genio dell'animazione. Eppure Miyazaki non ha mai smesso di levare la sua voce contro la follia umana e il riscaldamento globale che stanno distruggendo il mondo. In particolare con tre opere divenuto i tre pilastri della sua filmografia.
La città incantata e Principessa Mononoke
Una trilogia ideale, certo, perché il tema del rispetto della natura è presente in ogni opera del maestro, da Totoro a Laputa, ma che è matrice centrale della narrazione in particolare in questi tre film, che sono arrivate su Netflix lo stesso giorno: La città incantata, Principessa Mononoke e Nausicaa della Valle del vento. Nel primo, sicuramente il più famoso, i temi dell'avidità dell'essere umano e dell'attenzione alla tradizione si legano inscindibilmente a quello dell'ecologismo, in particolare nella scena in cui Chiyo e Rin liberano la divinità fluviale dall'inquinamento, episodio ispirato a un evento della vita di Miyazaki.
Principessa Mononoke è la storia di Ashitaka che viaggia verso ovest in cerca di aiuto e trova San, cresciuta dai lupi, impegnata in una guerra senza quartiere con il villaggio minerario che sta divorando la foresta circostante. Anche in Mononoke l'avidità umana, che rompe l'armonia e non comprende la natura, è il vero antagonista, più che i singoli personaggi, e viene esplicitata da Jiko nella frase: «Il karma dell'uomo è desiderare tutto ciò che esiste al mondo». Eppure sia ne La città incantata che in Mononoke, il finale apre alla speranza di una convivenza tra uomini, ambiente e tradizioni. Ma è davvero questo il pensiero di Miyazaki, o piuttosto un confortevole lieto fine per la grande distribuzione?
Nausicaa e la fine dell'umanità
Miyazaki ha sempre rifiutato l'etichetta di ecologista eppure nessun autore contemporaneo ha influenzato tanto questo tema quanto lui, e non è un caso che la sua opera prima, manga e film d'animazione, sia stata Nausicaa della Valle del vento, il racconto di una giovane e ribelle principessa che, schiacciata tra imperi in guerra, finirà per risolvere il mistero del suo mondo postapocalittico, compiendo la scelta più importante della storia umana. In volo su un deserto che conquista sempre più terreno, infestato da un'oceanica foresta di funghi velenosi, Nausicaa scoprirà la possibilità di un futuro migliore per l'umanità, ma la rifiuterà, sacrificando gli uomini (e se stessa) per salvare il pianeta.
Una scelta che avvicina Nausicaa all'Extinction Rebellion di oggi, ma quarant'anni prima. Le stesse parole del maestro sulle rovine della centrale di Dai-chi sono chiare: «Spesso torno a Fukushima, dove osservo con quale forza e dolcezza silenziosa la natura, in assenza dell'uomo, riconquista i suoi diritti». Ashitaka si domanda, in Mononoke, se davvero sia impossibile una convivenza, un'armonia, tra uomo e natura. Miyazaki sembra rispondere che dipende dal punto in cui arriveremo nella distruzione della nostra casa e nel cieco e avido perseguimento del progresso.
L'accusa di Hayao Miyazaki
Questa ipocrisia è divenuta motivo di uno scontro aperto tra il maestro e la politica proprio a causa del disastro nucleare di Fukushima, che ha coinvolto il Giappone nel 2011. Il j'accuse di Miyazaki è divenuto celebre, e lui stesso ha parlato nel 2014 dell'evento: «Dopo Fukushima, lo Studio Ghibli ha disdetto il contratto con la società nazionale che gestisce la centrale nucleare. Io ho scritto un j'accuse contro il governo, e me lo sono inimicato per sempre: erano esterrefatti nell'osservare la ribellione di un "tesoro nazionale vivente", quale io sono, ormai ritenuto docile e neutrale bandiera. Da allora sulla mia vecchia Citroën due cavalli, modello Charleston, campeggia un adesivo antinucleare»
Da sempre le autorità vorrebbero trasformare i beniamini nazionalpopolari in "docili e neutrali bandiere", non è forse questo il senso di: "dovrebbe pensare a studiare/cantare/etc. invece che alla politica"? Ma di docile e neutrale nell'ambientalismo di Miyazaki non c'è mai stato niente e lo dimostrano in particolare queste tre opere, una trilogia della natura che denuncia tutta la nostra follia.
I film di Miyazaki che consigliamo
- Nausicaa della Valle del vento (1984)
- Laputa - Castello nel cielo (1986)
- Il mio vicino Totoro (1988)
- Principessa Mononoke (1997)
- La città incantata (2001)
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