VD Logo
Il Mondo che Cambia
VD Search   VD Menu

salute

Un italiano su due è sovrappeso

Condividi su Facebook Condividi su Twitter Condividi su WhatsApp

Grassi o magri, per la Body Positivity non esisterebbero fisicità di serie A o serie B. Il movimento sembrerebbe, dunque, non avere lati oscuri. Ma anche le favole più belle hanno sempre un “cattivo”. Soprattutto se, ad oggi, sono 23 milioni gli italiani in eccesso di peso secondo l’Italian Obesity Barometer presentato da Ibdo Foundation, in collaborazione con Istat, al secondo Summit italiano sull'obesità tenutosi a Roma. In trent’anni l’aumento delle persone sovrappeso nel nostro paese è stato del 30% e delle persone obese del 60%. Queste ultime, oggi, sono circa 5 milioni. Insomma, c’è da chiedersi se essere Body Positive sia davvero sempre salutare. 

L’obesità è una malattia

Se ormai siamo tutti d’accordo sul fatto che promuovere modelli di corpo super-skinny non sia salutare, c’è invece ancora molto dibattito sullo sdoganare fisicità in sovrappeso od obese. Secondo gli esperti, essere in sovrappeso è infatti pericoloso per il cuore. «L’obesità è probabilmente il solo fattore di rischio che ha un impatto così globalmente negativo per il cuore», ha detto Barry Franklin del William Beaumont Hospital di Royal Oak in Michigan. Non solo. Uno studio su Jama evidenzia come la probabilità di sviluppare complicanze cardiovascolari aumenti per ogni anno vissuto con l’obesità. Il problema del peso è tornato in auge con la pandemia di coronavirus. Secondo un’analisi, essere obesi duplica il rischio di essere ricoverati per covid e incrementa la possibilità di morire di Sars-CoV-2 del 50%. Insomma, l’obesità è una malattia e va trattata come tale.

Un italiano su due è sovrappeso

Nel nostro Paese sono circa 5 milioni le persone obese. Tra gli under 18 le percentuali diminuiscono ma i numeri restano alti: 2 milioni e 130mila giovani tra i 3-17 anni sono in eccesso di peso, circa il 25,2% secondo l’Istat. Il problema è maggiormente diffuso al Sud, dove riguarda il 30% dei bambini e il 25% degli adolescenti. Ma anche l’istruzione della famiglia influisce: «La prevalenza di eccesso di peso passa dal 18,5% di bambini e adolescenti con genitori che hanno conseguito la laurea, al 29,5% di quelli i cui genitori hanno un basso titolo di studio» spiega Roberta Crialesi di Istat. L’arrivo della pandemia ha aggravato la situazione. L’indagine di Coldiretti realizzata in autunno ha sottolineato come il cambiamento nelle abitudini, l’impossibilità di fare sport e lo smart working abbiano portato un aumento di peso per il 44% degli italiani. L’anno è stato critico soprattutto per le persone obese in telelavoro o cassa integrazione, due situazioni che hanno favorito comportamenti alimentari poco salutari, secondo la Fondazione Adi dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Un problema, quello dell’obesità, non solo italiano. Per Josè Graziano Silva, direttore generale della FAO: «Il tasso di persone sovrappeso e obese non cessa di aumentare nel mondo e, mentre la fame riguarda zone circoscritte, l’obesità è ovunque». Colpa degli alimenti industriali, ormai consumati globalmente. Ogni anno sono 3,4 milioni le morti per cause legate all’eccesso di peso. Secondo la Fao: «L’obesità va affrontata come un problema sociale e non come il problema di un singolo».

Il messaggio distorto della Body Positivity

Ma il lato negative della del movimento non si ferma solo alla celebrazione della femminilità e della mascolinità di tutte le fattezze, tra una story di Instagram e l’altra. Il messaggio della Body Positivity risulta distorto e confuso per molte ragazze, come ricorda in un editoriale sul New York Times, la scrittrice Kelly deVos. Abbandonato il suo carattere rivoluzionario dei primi anni Novanta, «Il problema con la versione odierna della body positivity è che si rifiuta di riconoscere che un unico approccio non può andar bene per tutti», scrive. E soprattutto non risolve il problema del body-shaming: non basta amare se stessi, come vogliono i brand, da Barbie a Dove, per sviluppare gli anticorpi al bullismo. Come ricorda la psicologa sociale e attivista Irene Facheris c’è infatti il rischio che i commenti si facciano più cattivi. Che fare dunque? Una soluzione potrebbe essere quella di spostare il focus dal corpo, che non è il nostro unico vettore di bellezza. E più che imparare ad amare i propri difetti, imparare a comprenderli.

Umani ep.1 - Gli anziani delle RSA

Segui VD su Instagram.

ARTICOLI E VIDEO