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Il Papa chiede al mondo le unioni gay
Papa Francesco ha detto che gli omosessuali hanno diritto a essere in una famiglia, rompendo uno dei più grandi tabù della Chiesa cattolica. «Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Nessuno deve esserne escluso», ha detto. «Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo, gli omosessuali godrebbero di una copertura legale. Io ho difeso norme di questo tipo». Le frasi del Papa arrivano a metà del documentario Francesco di Evgeny Afineevsky, proiettato alla Festa del Cinema di Roma. L’appello del Santo Padre è rivolto non solo all’Italia ma al mondo e arriva alla fine di un percorso di interrogazione della Chiesa stessa sul ruolo degli omosessuali. Che adesso sembra essere giunto a un punto di apertura.
Le unioni civili in Italia e i cristiani omosessuali
Uno dei momenti più significativi del film è la telefonata del Papa a una coppia di omosessuali in risposta a una loro lettera in cui mostravano il loro grande imbarazzo nel portare i loro bambini in parrocchia. Il papa invita Andrea Rubera e il compagno ad accompagnare i figli in chiesa. I cristiani omosessuali fino ad adesso sono stati parzialmente tollerati dalla dottrina ufficiale. Ma le parole del papa aprono a nuovi scenari, legittimando di fatto le unioni civili fra coppie dello stesso sesso. E non solo nel nostro Paese. Attualmente, in Italia, le unioni civili sono tutelate dalla Legge Cirinnà del 2016. Nel 2018, secondo i dati dell’Istat, «sono state costituite 2.808 unioni civili (tra coppie dello stesso sesso) presso gli Uffici di Stato civile dei comuni italiani. Queste si vanno a sommare a quelle già costituite nel corso del secondo semestre 2016 (2.336)». Le dichiarazioni del papa si vanno a inserire, dunque, in un contesto che vede le coppie gay spostarsi dalle periferie sociali per collocarsi all’interno della società. Legittimati non più solo sotto il profilo legislativo ma anche spirituale.
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