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La nuova musica impegnata che parla ai giovani

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La canzone impegnata italiana sembrava morta e sepolta con gli anni '70. Quel periodo violento influenzò tutti coloro che allora avevano circa vent’anni, soprattutto i musicisti: non si poteva rimanere impassibili davanti al golpe Borghese, alle gambizzazioni, alle bombe, ai rapimenti, anche la musica doveva parlare di lavoro, di diritti, di futuro e smetterla con l’amore mellifluo delle “solite canzonette”.

La nascita della canzone impegnata

È dall’odore acre dei lacrimogeni e delle P38 che nacque la canzone impegnata, messaggera di concetti importanti e di spunti di riflessione. La canzone del maggio di de André, Generale di De Gregori toccavano temi delicati senza nulla invidiare alla musicalità e al successo dei pezzi più frivoli dei colleghi cantanti.

Gemitaiz non si fa problemi ad attaccare i politici
Gemitaiz non si fa problemi ad attaccare i politici

Chi ascoltava queste canzoni in quegli anni, a volte ne scriveva di sue, scendeva in piazza, manifestava, poi il nulla. Nella staffetta della canzone impegnata le generazioni seguenti non hanno saputo ricevere il testimone.

La musica impegnata di De Gregori non aveva niente da invidiare alle canzoni di successo
La musica impegnata di De Gregori non aveva niente da invidiare alle canzoni di successo

I ventenni negli anni ’90 erano pigri, disgustati da una politica più corrotta ma meno violenta di quella dei ‘70, agiati dal periodo florido dell’economia italiana, bombardati dalla musica elettronica più brutta di sempre. I famosi “figli di mezzo della storia” di cui parla Palahniuk in Fight Clustrong: senza uno scopo né un posto, senza una Grande Guerra né una Grande Depressione, se non quella spirituale.

Negli anni '90 i più giovani trascuravano la musica di protesta

Nessuno ha parlato nelle proprie canzoni di Tangentopoli, terrorismo islamico, diritti civili e di tutte quelle problematiche che hanno afflitto il nostro Paese a cavallo del nuovo millennio. Quei pochi che ci hanno provato lo hanno fatto con risultati deludenti o relegati alla nicchia.

Willie Peyote è schietto, senza filtri, quando parla ai più giovani di temi importanti
Willie Peyote è schietto, senza filtri, quando parla ai più giovani di temi importanti

A discolpa dei cantanti e cantautori italiani c’è da dire che la partecipazione attiva alla politica era cambiata radicalmente, precipitata in termini numerici se si pensa alle manifestazioni in piazza, e questo ha ovviamente offerto il fianco alla banalizzazione della musica. Il vento però sembra cambiato.

Gli artisti hanno ricominciato a parlare di politica

Da pochi anni una nuova scena di artisti, riconducibili ai generi più variegati, ha ricominciato a parlate di tematiche socialmente importanti e d’attualità: Myss Keta ha dato una nuova propulsione al femminismo e al movimento queer, dicendo (forse prima di chiunque altro) che non esiste uomo/donna, gay/etero ma solo “amore puro”, che sia sacro o che sia profano. Willie Peyote ha toccato spesso nelle sue canzoni le tematiche del lavoro sottopagato, del precariato e della disoccupazione.

Margherita Vicario in Mandela ha contestato la paura dello straniero
Margherita Vicario in Mandela ha contestato la paura dello straniero

Molte canzoni hanno poi affrontato, in maniera incoraggiante e controcorrente, la tematica dell’integrazione nei confronti dei migranti: le parole di Margherita Vicario in Mandela contestano la paura stereotipata dello straniero pericoloso a priori, mentre Dutch Nazari dice che le migrazioni fanno figli e figliastri, e che spesso chi odia chi arriva è chi invoglia i propri figli ad andarsene «L'economia ha un movimento oscillante, ogni tanto dà un contraccolpo, Come un barcone nel mare con trecento persone a bordo, Qualcuno strilla "Chiudete il porto!", E intanto suo figlio è in un aeroporto, E ha in una mano un biglietto di solo andata per Toronto E nell’altra un passaporto».

Temi come precarietà, migranti e ambiente

Anche l’hip hop, dopo anni, è tornato a essere musica di protesta e molti degli esponenti più in vista della scena rap italiana non hanno perso occasione per scagliarsi contro i governanti. E così a dar man forte a 99posse e Caparezza, che da sempre esprimono chiaramente il loro dissenso, sono arrivati Salmo e Gemitaiz, che negli ultimi mesi hanno speso parole di fuoco contro l’ex-ministro dell’interno Salvini.

Dutch Nazari ha criticato l
Dutch Nazari ha criticato l'ipocrisia di chi attacca i migranti e poi spinge i propri figli a emigrare

Questa nuova musica impegnata non vuol parlare ai governanti ma ai ragazzi e alle ragazze, anche giovanissimi, che la ascoltano, veicolando messaggi di ironica indignazione, disillusione sul futuro e rancore verso la generazione precedente.

I musicisti che parlano direttamente ai più giovani

Il fatto che non si scenda più in piazza con la frequenza con cui lo facevano (o avrebbero dovuto farlo) i nostri genitori, non significa che i ventenni di oggi se ne freghino: i social network rappresentano nuovi spazi sociali da cui possono partire flash mostrong, campagne di sensibilizzazione e messaggi d’accusa verso la politica.

Salmo ha invitato gli elettori di Salvini a bruciare i suoi CD
Salmo ha invitato gli elettori di Salvini a bruciare i suoi CD

Il FridayForFuture e il #metoo, ne sono esempi lampanti. Il fatto che chi fa musica abbia sentito il dovere morale di spendersi per una o più cause incoraggia chi invece la musica la ascolta a spendersi altrettanto, nei limiti dei suo mezzi e delle sue possibilità. La nuova canzone impegnata italiana mostra alla generazione dei nostri genitori che siamo ancora in grado di dire no, e di farlo (o di ascoltarlo) in musica.

Cosmo contro la cultura del successo

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