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Mai tanti giornalisti sono stati imprigionati come quest'anno

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Durante il 2020 il numero di giornalisti imprigionati ha segnato un record. Non si tratta di un caso: molti governi hanno approfittato della pandemia per intaccare i diritti civili dei cittadini, o hanno represso i disordini dovuti alle misure anti-Covid con misure non ortodosse. Alle denunce dei giornalisti è seguita, spesso, la loro incarcerazione: lo spiega il Committee to Protect Journalists (CPJ). Attualmente sono in carcere almeno 274 reporter, il numero più alto mai registrato dal CPJ, che ha cominciato a raccogliere dati a partire dagli anni '90. «È scioccante e spaventoso vedere un numero record di giornalisti imprigionati proprio nel bel mezzo di una pandemia globale», ha spiegato il direttore esecutivo del CPJ, Joel Simon. Due terzi dei giornalisti in carcere sono stati accusati di crimini contro lo stato, come la partecipazione a gruppi terroristici o antigovernativi. Ne è esempio la Bielorussia, dove la rielezione del presidente Lukashenko ha scatenato proteste di massa, e l'Etiopia, dove i disordini politici hanno portato a conflitti armati.

La risposta italiana alle proteste in Bielorussia contro Lukashenko

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