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La scuola che cambia. Il 2021 raccontato a VD dagli studenti

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È stato un anno complicato per la scuola italiana. La pandemia ha costretto milioni di studenti a casa dove hanno sofferto il problema digitale italiano: connessioni lente, spesso deboli e altalenanti, una copertura a macchia di leopardo e una difficoltà ad aggiornare l'insegnamento frontale alle lezioni in conference call. Lo stato di eccezionale emergenza se, da un lato, ha congelato le nostre vite e quelle dei ragazzi, ha anche fatto emergere tutte le complessità dell’Italia di oggi. Dalle mancanze didattiche come le ore di educazione digitale, sessuale ed LGBT (in un anno che ha visto crescere cyberbullismo e aggressioni omofobe in tutto il paese) all’abbandono scolastico che, in Italia, è tra i più alti d’Europa. VD ha svolto, durante quest’anno, una vasta indagine sulla vita degli studenti, parlando con loro e registrando le loro battaglie.

I dati della scuola italiana oggi, in breve

  • 8,3 milioni di studentesse e studenti tornati sui banchi di scuola per l'anno scolastico 2020/2021 
  • Lunedì 8 marzo 2021, a un anno di inizio dalla pandemia, circa 5,7 milioni di studenti erano in Dad (didattica a distanza) 
  • La metà degli studenti sceglie il liceo, tra questi la maggioranza sono di sesso femminile
  • I maturandi quest’anno sono stati 540mila 
  • I diplomati al nord sono il 65,7% della popolazione, nel Sud il 54%
  • Nel 2020, secondo Eurostat, il tasso di abbandono scolastico è passato dal 13,5% al 13,1%. Più alto per gli studenti non nati in Italia: 32,5%
  • La maggior parte dei diplomati si iscrive a un corso di laurea
  • In Italia la retribuzione media annua per un laureato è di 28.000 € lordi (in Francia di 35.000 €, in Germania di 50.000 €)

Come la pandemia ha cambiato la scuola per sempre

Il 2021 è stato un anno eccezionale, durante il quale i ragazzi si sono trovati spesso soli ad affrontare la didattica a distanza, isolati dai propri coetanei e privati di quella socialità che permette loro di definire la propria identità. Alcuni sono arrivati a soffrire di forte depressione e istinti autolesionisti, come ci hanno raccontato di persona nel nostro video di aprile.

La solitudine invisibile dei ragazzi in didattica a distanza

La didattica a distanza ha portato alcuni ragazzi a protestare e a occupare le proprie scuole pur di tornare in presenza. Gli studenti del Liceo Mamiani, proprio per un'azione di questo tipo, hanno rischiato pesanti ripercussioni disciplinari, come hanno spiegato a VD a febbraio.

Le intimidazioni agli studenti del Liceo Mamiani dopo l'occupazione

Infine, l’arrivo dei vaccini ha cambiato la situazione pandemica in tutta Italia, comprese le scuole. I maturandi hanno potuto accedere agli hub di vaccinazione, non senza complicazioni dovute all’uso di un vaccino invece di un altro. Siamo stati nel Lazio per parlare con loro durante questa fase delicata.

Il vaccino per i maturandi

La società che si evolve attraverso la scuola

Nonostante la pandemia abbia mutilato la vita scolastica, gli studenti sono stati protagonisti e portabandiera dei cambiamenti sociali che l’Italia sta vivendo. Prima di tutto la battaglia di retroguardia sul diritto all’aborto, sempre più ostacolato nel nostro paese da obiezione di coscienza e nuove leggi regionali (per non parlare dei famigerati cimiteri dei feti). Alice Merlo, dell'UAAR, ha iniziato un tour per parlare di aborto agli studenti delle superiori. VD l’ha seguita raccogliendo anche le opinioni dei ragazzi.

Parlare di aborto agli studenti

Una delle novità più importanti, nell’anno del dibattito sul DDL Zan, è stata l’apertura delle carriere alias al Liceo Ripetta di Roma, che hanno permesso agli studenti transgender di essere chiamati con il nome che hanno scelto. Ce lo hanno raccontato loro, in prima persona.

Il liceo che permette agli studenti transgender di usare il nome che hanno scelto

La pandemia non ha fatto dimenticare ai giovani il pericolo della crisi climatica in agguato, ad aprile, quindi, i Fridays for Future sono tornati in piazza in tutta Italia. Siamo stati tra loro e abbiamo parlato del riscaldamento globale.

I Fridays For Future tornano in piazza contro il riscaldamento globale

Le nuove prospettive della scuola italiana

La scuola italiana è stata riformata tante volte negli ultimi decenni, eppure è rimasta sostanzialmente statica su questioni di primaria importanza. Il 2021 ha visto riemergere i dibattiti su quattro punti cruciali per il futuro degli studenti. Prima di tutto la mancanza di materie ormai imprescindibilii. L’educazione digitale, ad esempio, resta sempre ai margini del sistema scolastico, nonostante l’indagine di Save The Children abbia rivelato che l’aumento del cyberbullismo e l’incapacità di adeguarsi al mondo digitale di oggi siano problemi direttamente correlati con questa assenza.

Ad essa si aggiunge quella dell’educazione sessuale ed LGBT, materie fondamentali in un mondo sempre più complesso e diversificato, dove la sessualità è visibile e presente ovunque. VD ha compiuto anche un’indagine con Franco Lorenzoni, ex-insegnante e autore de I bambini ci guardano, su una scuola radicalmente diversa, basata sul merito ma senza voti. Il futuro sembra riservare grandi cambiamenti per la scuola e la società italiane, lo studio di Unioncamere, analizzato su VD, ha rivelato che nei prossimi cinque anni ci serviranno 1,2 milioni di laureati. Basterà smettere di pagarli meno che nel resto d’Europa.

Il futuro dei giovani e il governo

Mario Draghi, divenuto presidente del consiglio il 13 febbraio del 2021, aveva già illustrato la centralità delle giovani generazioni per il futuro dell’Italia. Era il 18 agosto del 2020, al meteting di Rimini, e l’ex capo della Banca d’Italia, ancora lontano da Palazzo Chigi, spiegava:

L'importanza dei giovani secondo Mario Draghi

A cinque mesi dal suo insediamento questa centralità delle nuove generazioni, però, sembra emergere poco dall’azione di governo. Ma i ragazzi sanno, al contrario, cosa chiedere. Chiudiamo questo lungo viaggio con le loro voci, che abbiamo ascoltato e registrato a Palermo.

Le richieste dei giovani di Palermo al prossimo governo di Mario Draghi

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