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La plastica è (ancora) indispensabile. E la pandemia lo dimostra

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Le valvole delle mascherine, i respiratori meccanici, le attrezzature mediche, gli imballaggi per il trasporto e molto altro: come avremmo affrontato questa pandemia di coronavirus senza la plastica? Molto semplicemente, non lo avremmo fatto. Fino a gennaio 2020 parlavamo di un mondo plastic free, oggi, forse, dovremmo pensare a come valorizzare la plastica, un materiale dagli innumerevoli usi che ci sta aiutando nella lotta alla malattia, ma che sfruttiamo male, danneggiando l'ambiente.

Un materiale eterno al servizio del monouso

La bottiglietta d'acqua è il simbolo di tutto quello che è sbagliato nella nostra società: un materiale potenzialmente eterno usato come bene usa e getta, in un circolo vizioso alimentato da un consumismo cieco e inquinante. Contro quest'abuso sono nate le campagne plastic free e la New Plastic Strategy europea che mira a una riduzione del 50% dell'uso di questi materiali entro il 2030 (strategia che l'Italia sta scaricando tutta sulle aziende con la plastic tax).

Giulio Natta, premio Nobel
Giulio Natta, premio Nobel

L'Italia è peraltro una delle madri della plastica moderna: le scoperte di Giulio Natta del 1954 su questo materiale, oltre a valergli il Nobel, hanno influenzato tutto lo stile di vita anni '60, nell'arredamento, nella moda e nell'arte. Ma, a dispetto di ogni logica, degli 8 miliardi di tonnellate di plastica prodotti dagli anni '50 a oggi, ne abbiamo riciclato solo il 9%. Eppure, in Italia, il riciclo della plastica ha prodotto, in 10 anni, più di 2 miliardi di profitto e risparmiato al paese circa 8 milioni di tonnellate di CO2.

Quanto ci serve la plastica

Ci sono campi in cui, senza la plastica, non potremmo operare, e sono i campi che ci stanno proteggendo dalla pandemia: il reparto biomedico (macchinari, respiratori), i presidi medici (valvole, mascherine, guanti di lattice, tute), i trasporti sicuri di alimenti (casse, imballaggi). Settori in cui è difficile pensare a un sostituto della plastica: lo dimostra la storia recente con l'uso creativo del materiale da parte di un gruppo di aziende italiane per trasformare le maschere da sub in respiratori, usati contro la pandemia in Nord Italia. Questo materiale è così versatile che alcuni ricercatori spagnoli ne hanno sviluppato una tipologia auto-rigenerante chiamata Terminator T1000.

La plastica è usata per le attrezzature mediche
La plastica è usata per le attrezzature mediche

La stessa quarantena sarebbe ben diversa se non potessimo sfruttare alcun tipo di tecnologia o rete internet, comprare cibi confezionati, avvalerci del trasporto su gommaI vantaggi di un uso consapevole di questo materiale sono stati riconosciuti anche in sede europea: produrla consuma pochissime materie prime (solo il 4% degli idrocarburi); gli imballaggi in plastica alleggeriscono i trasporti riducendo quindi i consumi e garantendo la sicurezza per il consumatore; l'isolamento delle case abbatte gli sprechi di energia; non esisterebbero celle fotovoltaiche, pannelli solari e turbine a vento senza la plastica. Per non parlare delle nuove frontiere di bioplastica ed economia circolare a cui questo settore tende naturalmente.

La plastica è (ancora) indispensabile

Il problema non è la plastica, siamo noi che abbiamo usato questo materiale eterno e indistruttibile per produrre cinquant'anni di buste della spesa e bottigliette d'acqua usa e getta. Ma abbiamo fatto anche altro: in Italia 100.000 aziende con 150.000 addetti fatturano circa 40 miliardi di euro l'anno, producendo eccellenze internazionali. Con la componentistica dei tre moduli Leonardo, Raffaello e Donatello prodotti dall'Agenzia Spaziale Italiana per la Stazione Spaziale Internazionale, il nostro paese ha viaggiato regolarmente nello spazio.

La Stazione Spaziale Internazionale
La Stazione Spaziale Internazionale

Le proprietà della plastica, in particolare dei derivati dai voli spaziali, sono state fondamentali per la nostra sicurezza grazie a Daniele Bizzarri della Bieffe che, col granulato, sviluppò in Italia nel 1992 un nuovo tipo di casco (per la moto, per i cantieri, per la polizia, per i ciclisti) che ha salvato innumerevoli vite (usato, non a caso, da Biaggi e Capirossi nei gran premi). Da trent'anni la plastica è al nostro fianco nelle sfide più importanti, come sta facendo con l'epidemia oggi, proteggendoci dall'infezione, permettendoci di lavorare da casa e, addirittura, facendoci respirare distesi nei letti della terapia intensiva, dando ai medici e agli infermieri della sanità italiana una chance di salvarci.

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