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Patrick Boyle, il cacciatore che salva gli animali in Australia

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Prima, le fiamme in Siberia e in Amazzonia, ora, gli incendi che stanno mettendo in ginocchio l’Australia. L'anno trascorso sembra aver portato le spire dell’inferno direttamente sulla Terra, dove ha già bruciato – nella sola Australia – già 84 mila chilometri quadrati di territorio: per fare una proporzione, è come se bruciasse tutto il nord ovest italiano, da Milano a Torino, da Genova ad Aosta.

Foreste vittime degli incendi nel mondo


  • Amazzonia: 120.000 kmq
  • Australia: 84.000 kmq
  • Artico: 80.000 kmq
  • Siberia: 45.000 kmq
  • Indonesia: 3280 kmq
  • Congo: 270 kmq

I salvatori di animali

Le tragedie, però, sanno far uscire il meglio negli uomini e, come in questo caso, consegnare alla storia anche qualche eroe inaspettato, come Patrick Boyle, ventiduenne cacciatore, che è diventato virale sul web per la sua tenacia: il ragazzo, infatti, si è addentrato tra gli eucalipti carbonizzati a Mallacoota, per sottrarre koala e altri animali alla devastazione.

Patrick Boyle è il cacciatore che salva i koala dagli incendi
Patrick Boyle è il cacciatore che salva i koala dagli incendi

Boyle ha recuperato dieci cadaveri, ma è anche riuscito a salvare altrettanti esemplari: gli animali sono poi stati portati al Mallacoota Wildlife Shelter, un apposito rifugio che, mai come in questi giorni, sta cercando di ospitare più specie possibili. Koala, canguri o opossum che ogni giorno arrivano grazie al contributo non solo dei pompieri, ma anche di una società civile che, nel momento del vero bisogno, ha trovato una naturale compattezza. Come Patrick, infatti, c’è stata anche Toni, una donna di Port Macquarie che si è gettata nelle fiamme per salvare Lewis, il koala “simbolo” di quanto sta succedendo in Australia.

Tra incendi dolosi e riscaldamento globale

Lewis, purtroppo, non ce l’ha fatta. E nella stessa situazione dei koala di Mallacoota o Port Macquarie, ci sono finiti almeno mezzo miliardo di altri animali. La stima arriva dal professor Chris Dickman, docente di biologia all’Università di Sidney. Il biologo, infatti, ha preso i dati sulla presenza media di animali in un ettaro del Nuovo Galles del Sud da una ricerca del 2007, e ha provato ad estendere quel numero a tutti gli ettari coinvolte dagli incendi: 500 milioni di esemplari (inclusi gli uccelli), una stima che lo stesso Dickman ha ritenuto «prudente», oltreché da ampliare a tutti gli altri stati arsi dalle fiamme.

I koala e mezzo miliardo di animali sono vittime degli incendi in Australia
I koala e mezzo miliardo di animali sono vittime degli incendi in Australia

Un inferno, appunto, che nasce per una combinazione di cause naturali e antropiche, ma che ha il cambiamento climatico come aggravante, per quanto i negazionisti abbiano provato a mettere in giro false voci di arresti di piromani. Il 2019 è stato l’anno più arido dal 1900 ad oggi in Australia, e gli stessi abitanti si stanno rendendo conto solo ora di quali effetti stiano provocando gli aumenti medi di temperatura (+1,5°, con picchi massimi di 2° superiori allo standard).

Perché l’Australia sta bruciando

Patrick Boyle ha commentato così la sua impresa, quasi sminuendo l’impegno e il coraggio che lo hanno spinto tra gli eucalipti carbonizzati: «Ognuno sta facendo quello che può per gli altri». Un messaggio chiaro, che non vuole certo banalizzare la mobilitazione del popolo australiano, ma che al contrario mette sotto la lente d’ingrandimento il senso di appartenenza collettivo. La mancanza di forza lavoro nelle zone boschive colpite più duramente ha spinto all’iniziativa individuale tanti cittadini.

Gli incendi in Australia sono più grandi che in Siberia
Gli incendi in Australia sono più grandi che in Siberia

I bushfires, ovvero gli incendi del bush (una savana semi-arida puntellata da alberi bassi, sparsi e fitti) sembrano incontrollabili e si espandono a macchia d’olio, ardendo una superficie superiore del doppio rispetto a quanto si è vissuto in Siberia e non molto diversi dall’Amazzonia di pochi mesi fa. La natura del bush, visto proprio il territorio arido in cui si sviluppa, è quella di bruciare ciclicamente, ma non a questo ritmo: molti animali, abituati agli incendi periodici (spesso causati dai fulmini), tendono a spostarsi spontaneamente, ma in questa circostanza si sono trovati ingabbiati. Per questo l’evacuazione collettiva, per questo, ora, l’attenzione del mondo si è spostata sull’Australia: gli effetti a cui stiamo assistendo cambieranno ambiente e persone per gli anni a venire.

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