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Esistono social network per estremisti di destra e fake news. Ci abbiamo passato un giorno

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Sono passati pochi giorni dalla storica sospensione dell’account Twitter di Donald Trump. Una sospensione che ha fatto storcere il naso a molti, soprattutto politici più o meno estremisti che hanno visto, in questo precedente, una minaccia al loro utilizzo spregiudicato dei social. La fanbase di Trump e del sovranismo mondiale ha subito gridato alla censura e iniziato una emigrazione dai grandi social media a quelle piattaforme dove sopravvivono i forum più estremisti al mondo. Parler, prima che fosse spenta da Amazon, 4chan, 8kun e Gab. Abbiamo deciso di seguirli su quest’ultimo social network del free speech, fondato da un’estremista di destra chiamato Andrew Torba.

Un giorno su Gab, tra fake news...

Entro su Gab creando un profilo personale e subito mi vengono consigliati i gruppi da seguire. Li scorro e mi rendo conto che se di “social del free speech” stiamo parlando, questa libertà va tutta in un’unica direzione. Patrioti “off-the-grid”, simpatizzanti di Trump per l’Italia, Patrioti QAnon, fan di Bolsonaro sono i primi gruppi che mi vengono consigliati. Ne scelgo alcuni ed entro. Il primo post che vedo è quello del fondatore di Gab, Andrew Torba, euforico: 10mila persone si sono iscritte al suo social network ogni ora negli ultimi giorni. Un segno della transumanza di tanti estremisti trumpiani, e non solo, da Twitter a Gab. Scrollo la home ed è una teoria senza fine di post su Trump, video di Trump, meme con Trump, intervallati qua e là da utenti che parlano di libertà di parola negata, censura dei media, sinistra bigotta e razzista. Scopro, così, che l’ex-Presidente è già su questa piattaforma: il suo account è ufficiale ed è in compagnia di quello, sempre ufficiale, di Bolsonaro. Rassicura tutti gli utenti che non andrà al giuramento di Biden e che i 75 milioni di elettori che lo hanno votato avranno giustizia. Lo scrive con un tono tutt’altro che distensivo. Anche la sezione News del social ha un’ossessione per l’ex-Presidente e in cima ai suoi trending topics c’è il video “TRUMP SIGNS THE INSURRECTION ACT”. Il video è girato nella stanza di un uomo bianco di mezza età che esordisce con: «Benvenuti a questo decimo aggiornamento. Ho ricevuto un messaggio che iniziava con “Questa non è un’esercitazione” e chiunque sia stato nelle forze armata sa cosa significhi. Ho capito subito che non era un messaggio normale». Donald Trump, secondo il video, avrebbe nominato il Generale Flynn suo vice presidente e firmato l’Insurrection Act per usare l’esercito, si presume, contro i democratici. Nei commenti qualcuno avanza l’ipotesi che si tratti di una fake news, ma gli altri utenti rispondono che la notizia non è “sicura al 100%” ma non per questo una bufala.

...e complotti

Dopo aver fatto un giro sui quattro profili collegabili a Salvini presenti su Gab, tra cui uno bot che diffonde automaticamente sul social network tutti i tweet del leader della Lega, decido di entrare in uno dei gruppi QAnon. Il 6 gennaio i seguaci di questa teoria del complotto sono stati tra i primi a passare all’azione, dopo il discorso incendiario di Trump. Azione che è costata la vita a una di loro, la 35enne ex-veterana dell’air force Ashli Babbitt. Anche nel gruppo dei Patrioti QAnon la teoria di post su Trump sembra infinita ma è diversa dalle altre. Come già sottolineato anni fa da Adrian Hon, il geniale game designer e CEO di Six to Start, i seguaci di QAnon sono molto simili ai fan degli ARG, gli Alternative Reality Games, giochi fatti di indovinelli e puzzle che stimolano la fantasia dei partecipanti. Nel loro gruppo, quindi, tutto è molto più strutturato: c’è una ricostruzione di video e foto dell’assalto a Capitol Hill che proverebbe la presenza di infiltrati Antifa, inviati dell’immancabile Soros, come agenti violenti dell’insurrezione. L’atmosfera millenarista, da apocalisse imminente è palpabile. Come la dissonanza cognitiva, tipica proprio delle sette che attendono grandi svolte e rivelazioni e che poi restano deluse. Sono anni, infatti, che i QAnon attendono “the storm”, il momento in cui Trump prenderà la guida del mondo al fianco di John John Kennedy (morto nel 1999) per distruggere il “deep state” che rapisce e uccide bambini. Una “cabala di satanisti e pedofili” guidati, guarda caso, da leader democratici come i Clinton, gli Obama e Biden. La connotazione politica è così netta che «Non sei un pedofilo-satanista: ti chiamano estremista di destra» chiosa un’utente del gruppo.

Chi è Andrew Torba e cosa è Gab

Nel 2018 un ragazzo antisemita di Pittsburgh, Robert Bowers, prese il fucile e assaltò la Sinagoga “Tree of Life” della sua città, facendo 11 vittime. Fu così che il mondo scoprì Gab, il social network dove Bowers aveva scritto i suoi post di odio e dichiarato la sua intenzione di massacrare gli ebrei di Pittsburgh. Andrew Torba, il CEO e fondatore del social network, era stato spinto a crearlo nel 2016, durante la campagna presidenziale che avrebbe incoronato Donald Trump. «Non volevo costruire un ‘social network conservatore’» dichiarò al Washington Post tempo dopo «ma pensavo che fosse il tempo per un leader conservatore (cioè lui stesso, ndr) di fare un passo avanti e fornire un luogo dove tutti potessero parlare liberamente senza temere la censura». Torba quel tipo di “censura” la conosceva bene, perché era già riuscito a farsi espellere persino da un gruppo online di Y Combinator per il suo linguaggio xenofobo. In pochi anni, Torba è riuscito a dare uno spazio ai «gruppi di odio più estremisti e ai loro leader, banditi dai grandi social media per il linguaggio e il comportamento palesemente pericolosi», ha spiegato l’esperto di estremismo online Keegan Hankes. Poco dopo la strage di Pittsburgh, Paypal e altri sistemi di pagamento hanno abbandonato la piattaforma Gab, ma Torba è riuscito a mantenerla in vita e a farla prosperare proprio grazie al funding. Gli utenti di Gab, infatti, sono stimolati a dare soldi al social network attraverso l’upgrade al profilo pro (che costa circa 15 € al mese), che rende automaticamente “verificato” il proprio account. C’è anche l’opzione “Lifetime Patriot” che, con 500 €, rende il profilo utente pro per sempre. In homepage è visibile anche la sezione dedicata alle donazioni volontarie, con il livello mensile raggiunto dalla piattaforma e un invito a donare (dai 50 ai 500 $). Torba ha lanciato anche una sua estensione chiamata Dissenter che permette agli utenti di commentare qualsiasi post su qualsiasi sito bypassando ogni tipo di moderazione. Insomma, Gab fornisce un servizio e uno spazio dove «puoi andare e dire tutto ciò che vuoi, non importa quanto violento e pericoloso sia» per Hankes. E si fa pagare molto bene per questo.

Il processo Open Arms

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