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Il Papa scrive al prete della comunità LGBT: «Dio è padre di tutti»

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Una chiesa schizofrenica o, forse, preda di movimenti diversi. Questa è l'immagine che emerge se si confrontano le parole di comprensione e vicinanza espresse da Papa Bergoglio ai membri della comunità LGBT o a quei pastori che si prendono cura di loro, con la nota formale che ha portato allo scontro tra Stato e Chiesa sulla legge Zan.

La lettera di Papa Francesco

Papa Francesco ha scritto una breve lettera in spagnolo al padre gesuita James Martin, che svolge il suo apostolato tra le persone Lgbt, in occasione del webinar Outreach 2021. Il sacerdote ha pubblicato la lettera su Twitter. «Lo 'stile' di Dio» scrive il Papa «ha tre tratti: vicinanza, compassione e tenerezza. Questo è il modo in cui si avvicina a ciascuno di noi. Pensando al tuo lavoro pastorale, vedo che cerchi continuamente di imitare questo stile di Dio. Tu sei un sacerdote per tutti e tutte, come Dio è Padre di tutti e tutte. Si avvicina con amore ad ognuno dei suoi figli, a tutti e ad ognuno di loro. Il suo cuore è aperto a tutti e a ciascuno».

«Prego per te affinché tu possa continuare in questo modo, essendo vicino, compassionevole e con molta tenerezza». Bergoglio ringrazia padre Martin per il suo zelo pastorale e per la sua «capacità di essere vicino alle persone con quella vicinanza che aveva Gesù e che riflette la vicinanza di Dio. Prego per i tuoi fedeli, i tuoi 'parrocchiani'» conclude il Papa «tutti coloro che il Signore ha posto accanto a te perché tu ti prenda cura di loro, li protegga e li faccia crescere nell'amore di nostro Signore Gesù Cristo».

Le posizioni del Papa sulle persone LGBT

Papa Francesco ha detto, in un documentario a lui dedicato, che gli omosessuali hanno diritto a essere in una famiglia: «Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Nessuno deve esserne escluso», ha detto. «Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo, gli omosessuali godrebbero di una copertura legale. Io ho difeso norme di questo tipo». Le frasi del Papa arrivano a metà del documentario Francesco di Evgeny Afineevsky, proiettato alla Festa del Cinema di Roma. L’appello del Santo Padre è rivolto non solo all’Italia ma al mondo e arriva alla fine di un percorso di interrogazione della Chiesa stessa sul ruolo degli omosessuali. Che adesso sembra essere giunto a un punto di apertura.

Le unioni civili in Italia e i cristiani omosessuali

Uno dei momenti più significativi del film è la telefonata del Papa a una coppia di omosessuali in risposta a una loro lettera in cui mostravano il loro grande imbarazzo nel portare i loro bambini in parrocchia. Il papa invita Andrea Rubera e il compagno ad accompagnare i figli in chiesa. I cristiani omosessuali fino ad adesso sono stati parzialmente tollerati dalla dottrina ufficiale. Ma le parole del papa aprono a nuovi scenari, legittimando di fatto le unioni civili fra coppie dello stesso sesso. E non solo nel nostro Paese. Attualmente, in Italia, le unioni civili sono tutelate dalla Legge Cirinnà del 2016. Nel 2018, secondo i dati dell’Istat, «sono state costituite 2.808 unioni civili (tra coppie dello stesso sesso) presso gli Uffici di Stato civile dei comuni italiani. Queste si vanno a sommare a quelle già costituite nel corso del secondo semestre 2016 (2.336)». Le dichiarazioni del papa si vanno a inserire, dunque, in un contesto che vede le coppie gay spostarsi dalle periferie sociali per collocarsi all’interno della società. Legittimati non più solo sotto il profilo legislativo ma anche spirituale.

Il discorso contro le zone anti-LGBT in Polonia di Terry Reintke

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