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Gli psicologi sono sicuri che non potremmo reggere un altro lockdown

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Mentre i contagi di coronavirus salgono a quota 4.458, la paura più grande resta quella di un nuovo lockdown. Che, per gli psicologi, sarebbe insostenibile. Secondo David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, «Il livello del disagio psicologico - non supportato da una rete pubblica carente o assente - è diventato un grande problema sociale e di salute pubblica». Un problema che una nuova quarantena potrebbe solo peggiorare.

Lockdown: cosa dicono gli psicologi

David Lazzari afferma che «dopo l'estate i livelli di stress sono tornati a crescere e siamo quasi ai livelli di marzo, si pensi solo che il 59% degli italiani ha un livello di stress medio-alto, tra 70 e 100. In queste condizioni, il Paese non ha le risorse psicologiche per reggere un nuovo lockdown. Sarebbe insostenibile una seconda chiusura totale». «Occorrono quindi - prosegue - provvedimenti e comportamenti responsabili per tenere la pandemia sotto controllo e l'urgente attivazione di una rete psicologica pubblica, a partire dal sistema sanitario, dall'assistenza di base e dalla scuola. Senza prevenzione e ascolto questi livelli di disagio sono destinati ad aggravarsi ed avere pesanti ricadute sulla società e sulla salute delle persone, con ulteriori danni per una economia già molto provata. La psicologia è fondamentale per la resilienza e per costruire il futuro».

Lockdown: cosa dicono i dati

La società di ricerca «Open Evidence», spin-off della Universitat Oberta di Catalunya (Uoc), in collaborazione per la raccolta dati con Bdi Schlesinger and Group, ha messo a confronto le reazioni registrate in Italia, in Spagna e nel Regno Unito ed è emerso che in Italia il 41% della popolazione è, attualmente, «a rischio salute mentale» a causa di vari fattori di vulnerabilità socio-economica. Secondo il SIP sono circa 300 mila le persone che stanno subendo o subiranno disturbi psichici a seguito del lockdown. A peggiorare la situazione, la prospettiva economica. Secondo uno studio pubblicato sulla piattaforma MedRxiv che rivela come il 37% dei 18mila intervistati tra il 27 marzo e il 6 aprile, presenti sintomi da stress post-traumatico in seguito al lockdown. I tassi di ansia severa sono invece il 20%, mentre di insonnia sono il 7 per cento. Senza contare i riflessi sulla salute mentale degli adolescenti, tanto che si può parlare di generazione covid. Secondo una ricerca dell’inglese Health Foundation, sono infatti gli adolescenti a pagare il prezzo più alto in termini di disturbi d’ansia e dell’umore rispetto agli adulti. Insomma, un nuovo lockdown potrebbe trasformarsi in una bomba sociale.

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