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Le regole del DPCM di dicembre che dovremo seguire a Natale

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L'ultimo mese ha visto tornare il lockdown in molte zone del paese. La pandemia di coronavirus si è aggravata in tutto il mondo, portando una seconda ondata che, però, stavolta sembra aver trovato l'Italia e una gran parte delle nazioni preparate, con protocolli medici adeguati e misure di contenimento già pronte. Ora che il sistema introdotto dal Governo sembra aver dato alcuni risultati, l'esecutivo teme che le feste vanifichino le misure adottate.

Gli otto giorni di zona rossa a Natale e Capodanno

Otto giorni di lockdown di Natale: sarebbe questo il compromesso raggiunto alla fine dello scontro tra i rigoristi Speranza, Franceschini e Boccia e il resto del governo (tranne Italia Viva), in particolare col premier Conte. Dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio. Chiusi ristoranti e bar, chiusi i negozi, vietati i movimenti non essenziali, anche all’interno del comune di residenza. Autocertificazione obbligatoria e controlli per strada. Vietate anche feste, cenoni e il pranzo fuori dal proprio nucleo convivente. Due eccezioni: gli incontri di famiglia possono essere allargati al massimo a due “congiunti stretti”, come i genitori anziani, usando la mascherina; si potranno celebrare le messe, rispettando il coprifuoco. Nelle date feriali, 28,29 e 30, invece torneremo alle regole precedenti. Presto il Governo dovrebbe confermare queste linee guida con un nuovo DPCM. «Abbiamo il dovere di intervenire oggi senza esitazioni» ha dichiarato Franceschini «per salvare vite umane domani». Una frase che sembra fare eco, da lontano, a quella ormai celebre di Angela Merkel.

Le ipotesi di metà dicembre

Gli ultimi bollettini della Protezione Civile, con un rallentamento dei numeri in discesa, e le foto dei centri urbani gremiti di persone stanno spingendo il Governo a istituire una zona rossa nazionale per Natale e Capodanno, totale o "a singhiozzo". L'incontro di oggi tra i ministri Lamorgese, Boccia e Bonafede valuterà tre scenari: otto giorni di zona rossa o arancione per l'Italia, dal 24 dicembre al primo gennaio, oppure nei giorni festivi e prefestivi 24-27 dicembre, 31 dicembre - 2 gennaio e dal 5 al 7 gennaio, oppure direttamente dal 24 dicembre al 7 gennaio. Un mini-lockdown di Natale, ha scritto Ansa ieri, con lo stop agli assembramenti nelle vie dello shopping, maggiori controlli, chiusure anticipate dei negozi, coprifuoco potenziato per bar e ristoranti e limitazioni agli spostamenti tra regioni e nel territorio. Il Governo ha spiegato ad AGI che l'obiettivo sarebbe applicare il modello Merkel, un lockdown duro dal 16 dicembre. Le tre ipotesi presentate al Corriere della Sera sarebbero:

  • linea dura con la chiusura di tutti i negozi ad eccezione dei beni essenziali, consentendo deroghe agli spostamenti per il pranzo con i parenti 
  • linea più soft con restrizioni più rigorose per i negozi dal 24 dicembre al 2 gennaio;
  • terza opzione con una zona arancione nazionale che vieterebbe solo lo spostamento tra i comuni lasciando aperti i negozi

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ha dichiarato: «Dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani farebbero la rivoluzione. Purtroppo non siamo pronti a misure così dure, ma serve un piano rigoroso per ridurre i contatti ed evitare che la terza ondata si innesti direttamente nella seconda. Affidare tutto alla responsabilità individuale è un rischio che non possiamo permetterci. Paghiamo mesi di disagio e la gente non vede l’ora di uscire. Mi rendo conto sia impopolare dirlo, ma non è il momento: rischiamo una tempesta perfetta». Più netta la sottoegretaria alla Salute Sandra Zampa: «C’è gente che non capisce la fase che stiamo attraversando e questo è molto grave. Sono come quelli che continuavano a suonare il violino sul Titanic. Io vorrei far notare che Angela Merkel ha appena annunciato il lockdown generale. Gli assembramenti sono un problema di salute pubblica». Nelle prossime ore sapremo quale direzione sceglierà il governo.

Il DPCM di Natale

Ieri notte il Governo ha varato il nuovo DPCM con le regole che dovremo seguire a dicembre e per Natale, con la possibilità di ulteriori restrizioni durante le feste. Prima di tutto divieto di spostamento tra Regioni, anche gialle, dal 21 dicembre al 6 gennaio, con deroghe per ritornare ai luoghi di residenza o domicilio e alla propria abitazione, naturalmente con le dovute eccezioni di necessità, lavoro o salute. Il 25 e il 26 dicembre e il 1 gennaio sarà vietato anche lo spostamento tra Comuni. Lo stesso vale, tra il 21 e il 6 gennaio, per eventuali spostamenti «verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1 gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune». Apertura dei ristoranti per pranzo a Natale, Santo Stefano, Capodanno e 6 gennaio su richiesta di Davide Faraone di Italia Viva, per il resto dei giorni resta in vigore chiusura alle 18 sia per ristoranti che bar. Coprifuoco dalle 22 alle 5. Questo farà anticipare la messa di Natale alle 20.30, «una decisione presa in accordo con la Cei, la quale ha capito perfettamente l'esigenza», ha detto la sottosegretaria dem alla Salute Sandra Zampa. I negozi potrebbero restare aperti fino alle 21 e i centri commerciali nel fine settimana per aiutare lo shopping natalizio. Chiuse le piste da sci, vietate le crociere e quarantena obbligatoria per chi rientra dall'estero. Ancora da risolvere i problemi legati alla possibile riapertura delle scuole, ai ricongiungimenti familiari e alla raccomandazione di evitare pranzi con non conviventi.

Le regole in vista per Natale

Il lavoro del Governo sul nuovo DPCM in vigore dal 4 dicembre si fa sempre più complesso. I governatori delle Regioni chiedono di consentire gli spostamenti tra regioni 'gialle', di lasciare aperti i ristoranti fino alle ore 23, di tenere in funzione gli impianti da sci per chi pernotta almeno una notte in albergo o nella seconda casa, di permettere le attività di palestre, piscine, centri benessere e termali all’interno degli hotel. Dalla parte del Governo invece si parla di vietare gli spostamenti tra Regioni dal 20 dicembre, chiudere i ristoranti il 25 e il 26 e gli altri giorni lasciarli aperti solo a pranzo, fare lo stesso con gli alberghi di montagna durante le festività e imporre la quarantena a chi si reca all'estero. Forti raccomandazioni a non ricevere persone che non siano conviventi per capodanno, coprifuoco dalle 22 alle 6 e ultime messe di Natale alle 21 o alle 22. Le scuole medie sono state riaperte nelle zone arancioni ma i licei resteranno chiusi almeno fino al 7 gennaio.

Il DPCM di Dicembre

Il 27 Novembre sarà una data spartiacque per questo secondo lockdown. Le Regioni, infatti, potranno cambiare colore e allentare le restrizioni: il governo sta studiando la possibile apertura dei negozi dalle 9 alle 22, dei centri commerciali nel fine settimana, dei ristoranti la sera. Comunque i divieti dovrebbero restare in vigore almeno fino al 3 dicembre, ma i segnali sembrano incoraggianti: l'indice Rt sta calando e c'è la speranza che gli ospedali escano dalla situazione di stress in cui si trovano. Per quanto riguarda la riapertura dei negozi, la sottosegretaria alla Salute Zampa ha detto: «Se la tendenza di questi giorni sarà confermata si può pensare all’orario lungo dei negozi fino alle 22, utile sia ai commercianti sia ai cittadini che avrebbero maggiori possibilità di uscire senza rischio di creare assembramenti» e forse l'apertura il sabato. Bar, ristoranti e pub potrebbero tornare in attività la sera ma rispettando le linee guida: quattro posti a tavola, mascherina quando ci si alza e distanziamento sia mentre si consuma che al bancone. A quel punto anche il coprifuoco cambierebbe, spostandosi verso le 23 o le 24. Rimarranno invece in vigore il divieto di assembramento all'aperto e al chiuso, quindi niente feste con limiti consigliati anche alle cene coi parenti, delle attività sportive e, soprattutto, di spostamento tra le Regioni: «Mai potremmo ripetere quanto accaduto la scorsa estate con assembramenti e viaggi» aggiunge il Ministro Speranza.

Il DPCM in vigore dal 5 novembre

Il premier Giuseppe Conte ha firmato, stanotte, il nuovo DPCM che entrerà in vigore dal 5 novembre e finiranno il 3 dicembre. Lo scenario che si delinea è sia nazionale che regionale (distinte in scenario 3 e 4, arancione e rosso, a seconda dell'Rt superiore a 1,5), vediamolo quali regole sono state decise in semplici punti.,

Le regole nazionali

  • coprifuoco alle 22
  • torna l'autocertificazione: per uscire di casa dopo le 22 occorrerà provare di doverlo fare per lavoro e salute
  • didattica a distanza al 100% per le scuole superiori
  • chiusura dei musei e delle mostre
  • in presenza ma con uso obbligatorio delle mascherine (sopra i 6 anni) per le scuole elementari e medie e per i servizi all’infanzia attività
  • chiusura delle medie e grandi strutture di vendita nei festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, alimentari, tabacchi ed edicole
  • capienza al 50% sui mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale
  • chiusura di bar e ristoranti alle 18 (ma con la possibilità di restare aperti per il pranzo della domenica)
  • sospesi concorsi pubblci e privati e delle selezioni di abilitazione all’esercizio delle professioni«a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica»
  • chiusura dei corner scommesse e giochi nei bar e nelle tabaccherie
  • - raccomandazione a non spostarsi durante il giorno salvo che per esigenze lavorative, di studio o per motivi di salute

Le regole nelle Regioni arancioni

  • vietato entrare e uscire dalla Regione (salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza)
  • consentiti gli spostamenti necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza
  • consentito il rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza
  • vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio, salute, necessità e per servizi non disponibili nel proprio comune
  • sospesa la ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering
  • consentita la ristorazione con consegna a domicilio

Le regole nelle Regioni rosse

  • divieto di entrare o uscire dalla Regione e anche all’interno del territorio stesso (sempre salvo necessità e urgenza)
  • chiusi i negozi al dettaglio, tranne alimentari, farmacie, edicole
  • chiusi i mercati di generi non alimentari
  • chiusa l’attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie
  • permessa la ristorazione con consegna a domicilio e fino alle ore 22 la ristorazione con asporto
  • sospese le attività sportive, anche all’aperto
  • consentita l'attività motoria (passeggiate) individuale presso l'abitazione, nel rispetto del distanziamento e con obbligo di mascherina
  • consentito l'attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale
  • attività scolastica in presenza per scuola dell’infanzia, elementare e prima media

Le regole del 2 novembre spiegate da Conte

Il presidente Conte ha riferito in Parlamento le decisioni finali del Governo riguardo il DPCM del 2 novembre. L'Italia utilizzerà un approccio misto, con alcune misure nazionali definite dal Governo affiancate ad altre locali, decise dalle Regioni assieme al Ministero della Salute. «La strategia va modulata in base alle differenti criticità individuate nei territori» ha detto Conte «Il prossimo Dpcm individuerà 3 aree corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio, per ciascuno dei quali sono previste misure via via più restrittive». Tra queste, le prime ad andare in lockdown saranno probabilmente Lombardia, Piemonte e Calabria. A livello nazionale in vigore il limite al movimento nella fascia serale più tarda. Per le scuole sembra confermata «la possibilità, per le scuole secondarie di secondo grado, di passare anche integralmente alla didattica distanza. Sperando si tratti di una misura temporanea». Per il trasporto pubblico prevista «la riduzione al 50% del limite di capienza dei mezzi pubblici locali». Chiusi musei e mostre e i corner scommesse. Il presidente Conte ha aggiunto «Per l'intero territorio nazionale intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari, parafarmacie, farmacie ed edicole dentro i centri commerciali».

Le Regioni a rischio lockdown

  • Lombardia (RT 2,01)
  • Piemonte (RT 1,99)
  • Calabria (Rt 1,84)
  • Molise (Rt 2,01)
  • Bolzano (Rt  1,92)
  • Emilia Romagna (Rt 1,6)
  • Trento (Rt 1,56)

Le restrizioni del prossimo DPCM del 2 novembre

La riunione dell'esecutivo si è chiusa con molte possibilità e alcuni (pochi) punti fermi. Le decisioni di Conte, che arriveranno oggi, avranno sicuramente un vasto impatto sull'Italia per tutto novembre fino al 4 dicembre, mentre l'intera nazione si avvicina al periodo natalizio che, soprattutto per ragioni economiche è necessario preservare.

I punti fermi

Le misure che saranno sicuramente varate sono lo stop agli spostamenti tra le regioni, la chiusura dei musei e il passaggio integrale alla didattica a distanza per le scuole superiori (non più il 75%), compresa, forse, anche la terza media. Il coprifuoco è la misura di cui si è discusso di più e, a quanto pare, il Ministro della Salute lo ritiene fondamentale dalle 18, mentre altri dalle 20 o 21. Probabile la reintroduzione, quindi, delle autocertificazioni ma ristrette, nell'uso, al pomeriggio e alla sera.

Le misure locali

Molto più incerto, invece, l'andamento locale delle misure di contenimento. A seconda del tasso di Rt (quando questo superi 1,5 o 2), le regioni dovrebbero muoversi per lockdown totali delle aree a rischio (le cosiddette province in scenario 4, oggi 29), con conseguente chiusura generale delle scuole. Molto dipenderà dalla saturazione delle terapie intensive, che sembra possibile, entro un mese al massimo, in alcune regioni. La giornata di oggi ci dirà quali misure verranno implementate, l'incertezza di tutte le forze politiche e della cittadinanza non è mai stata tanto forte. Nel frattempo, le altre nazioni europee scivolano verso una nuova serie di lockdown più o meno generali.

La bozza del DPCM del 26 ottobre

La situazione, negli ultimi giorni, ha continuato a peggiorare richiedendo, infine, un'azione del governo più diretta e mirata. La bozza del nuovo DPCM distribuita al pubblico parla un linguaggio diverso dai precedenti, che ricorda da vicino quello dei mesi primaverili. Prima di tutto ristoranti e i bar chiusi dalle 18 (le Regioni chiedono, per i ristoranti, dalle 23) ma l'asporto è permesso fino alle 24, anche il consumo al tavolo ma per un massimo di quattro persone. Inoltre invito (non obbligo) a non uscire dal Comune: «È fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune». Sconsigliato anche l'invito a casa di "non conviventi": «è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza». Stop alle feste private e alle cerimonie per matrimoni e battesimi. Lo stesso vale per l'intrattenimento: cinema, teatri, sale giochi e per lo sport: palestre e piscine che da pochissimo avevano ripreso a lavorare e ora saranno chiusi nuovamente. Le scuole del ciclo primario, quello di materna, elementari e medie, resteranno aperte, mentre le scuole superiori adotteranno la didattica a distanza (Dad) del 75% e un 25% in presenza, «modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00». Possibile anche la chiusura di piazze e strade dopo le 21.00, sospesi i concorsi pubblici e fermi anche i convegni e i congressi in presenza. I Governatori delle Regioni hanno chiesto di «prevedere nel Dpcm un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure» perché la situazione economica e sociale è ormai esplosiva, come dimostrano le proteste e i tafferugli da Milano a Napoli. Alle 13.30 il Presidente Conte ha spiegato il nuovo DPCM definitivo che potete trovare a questo link.

Le regole del DPCM del 26 ottobre

  • Obbligo delle mascherine (vedi sotto)
  • Ristoranti e bar chiusi dalle 18.00 e la domenica
  • Non uscire dal comune di residenza (raccomandazione)
  • Non invitare a casa non conviventi (raccomandazione)
  • Vietate feste private e cerimonie
  • Chiusi cinema, teatri, sale giochi, palestre, piscine e centri benessere
  • Scuole materne, elementari e medie aperte
  • Scuole superiori in Dad per il 75% e il 25% in presenza
  • Chiusura di piazze e strade dopo le 21.00
  • Sospesi i concorsi pubblici e privati
  • Vietati i convegni e i congressi in presenza
I lavoratori di Milano in piazza contro il coprifuoco

Le misure del DPCM del 18 ottobre presentate da Conte

Il presidente Conte è intervenuto in conferenza stampa per comunicare agli italiani le decisioni del governo. «Abbiamo appena approvato un nuovo DPCM. Ho informato i presidenti dei due rami del parlamento e i leader dell’opposizione. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo agire mettendo in campo tutte le misure necessarie a scongiurare un nuovo lockdown generalizzato: il paese non può permetterselo, finirebbe per compromettere la ripresa economica».

1. Più potere ai sindaci

Ai sindaci è demandato il controllo degli assembramenti nelle città. «I sindaci potranno chiudere le piazze dalle 21, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».

2. Orari per locali e ristoranti

Torna la regola del sei (chiamata così anche in Inghilterra), stavolta per i ristoranti. «Tutti i locali di ristorazione sono consentiti dalle 5 alle 24 se il consumo è possibile ai tavoli. Fino alle 18 se non è possibile farlo. Nei ristoranti un massimo di sei persone a tavolo. Le sale gioco possono stare aperte fino alle 21».

3. Scuola

Il fronte più caldo, dopo lo scontro tra il Ministro dell'Istruzione Azzolina e il Governatore della regione Campania De Luca. Conte ha spiegato: «La scuola continuerà in presenza, nei licei verranno però favoriti modalità più flessibili con ingresso agli alunni alle 9 e anche nel pomeriggio. Le università predispongano, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria ed, in ogni caso, nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di covid-19». Insomma, per ora una situazione ibrida che verrà adattata alle circostanze col procedere dell'epidemia.

4. Lo sport

Le attività sportive amatoriali erano già entrate nel mirino del governo, in particolare quelle di contatto le cui associazioni non si fossero dotate dei giusti strumenti di prevenzione. Conte ha parlato anche di loro: «Vietato lo sport di contatto a livello amatoriale e quello dilettantistico di base. Sarà consentito lo sport a livello professionistico. Vietate sagre e fiere locali. Per le palestre e le piscine daremo una settimana di tempo per far sì che si adeguino ai protocolli».

5. Una strategia diversa

Conte ha spiegato: «La strategia attuale non può essere la stessa attuata in primavera. All’inizio della pandemia ci siamo scoperti privi di attrezzature per la terapia intensiva e sub-intensiva, privi di mascherine, non eravamo in grado di fare test. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente. Siamo già pronti a distribuire alle regioni 1.600 attrezzature per le terapie intensive e sub-intensive, siamo partiti da zero per le mascherine ma adesso ogni giorno ne produciamo 20 milioni e siamo tra i pochi paesi a distribuire ogni giorno gratuitamente a ogni studente una mascherina». Incremento anche dello smart working, si parla del 70-75% di dipendenti anche per i privati. E riguardo a Natale: «Non faccio previsioni sulle ferie natalizie. Dico solo: rispettiamo tutte le regole e impegniamoci e poi auguriamoci tutti che potremo quanto prima riprendere anche le attività di svago».

Le misure del DPCM del 13 ottobre

Il premier Conte ha illustrato le misure del nuovo DPCM ai Comuni e alle Regioni riunite in videoconferenza. Obbligatorie le mascherine all'aperto (le regole qua sotto) e «forte raccomandazione» a usarle anche in casa «in presenza di persone non conviventi». Stop alle feste private e altra «forte raccomandazione» a limitare anche quelle in casa a un massimo di sei persone. La proposta del governo ai governatori per controllare la movida è locali chiusi alle 24 (bar, ristoranti, pasticcerie) e divieto di sostare davanti ai locali dopo le 21, mentre per le cerimonie, come matrimoni e comunioni, restano in vigore le regole precedenti ma viene messo un limite di 30 persone per i ricevimenti. Sospesi tutti gli sport amatoriali da contatto come calcetto e basket tranne che per quelle società che abbiano adottato i necessari protocolli di sicurezza. Durante la riunione è stato proposto anche il ritorno alle lezioni a distanza per gli studenti delle superiori, soprattutto per alleggerire la pressione sui trasporti pubblici, ma solo come soluzione estrema. Invece, vietate di gite scolastiche e i gemellaggi. Le Regioni hanno dato l'ok e il premier ha poi firmato il decreto.

Le misure discusse con Regioni e Comuni

  • Mascherine all'aperto (vedi sotto)
  • Mascherine al chiuso in presenza di persone non conviventi
  • Feste private proibite
  • Feste in casa con un massimo di sei persone
  • Locali chiusi alle 24
  • Divieto di sosta davanti ai locali dopo le 21
  • Limite di 30 persone per i ricevimenti
  • Vietati gli sport amatoriali da contatto dove non ci siano i protocolli di sicurezza
  • Vietate gite scolastiche e gemellaggi

Come funziona l'obbligo delle mascherine all'aperto

La mascherina sarà obbligatoria anche quando ci si trova all'aperto. Come spiega la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: «Serve un comportamento uniforme in tutto il Paese e un messaggio semplice. Non siamo diventati pazzi. La mascherina va indossata sempre dove ci sono altre persone vicine». La stretta avviene dopo l'acutizzarsi del problema contagi nelle ultime settimane.

Quando è obbligatoria la mascherina all'aperto

  • In tutti i luoghi al chiuso (fatta eccezione di situazione in cui si mangi e si beva ben distanziati, come nei ristoranti)
  • In auto se con amici, colleghi, conoscenti e persone che non siano congiunti conviventi
  • Per strada con persone vicine
  • All'aperto con altre persone
  • In palestra

Quando non è obbligatoria la mascherina all'aperto

  • Quando non ci sia la possibilità di avvicinarsi a qualcuno
  • Si va in luoghi isolati o nel proprio giardino od orto
  • Si cammina in boschi o luoghi desolati
  • Si va in bici, in auto da soli o con i propri congiunti conviventi

Chi ne è esente

  • Chi sta svolgendo un'attività sportiva o motoria
  • I bambini di età inferiore ai sei anni
  • Soggetti con disabilità e patologie che impediscano l'uso della mascherina

Il DPCM del 7 ottobre

La discussione si è concentrata sulla mascherina che dovrebbe tornare a essere obbligatoria su tutto il territorio nazionale anche all'aperto. Questo il suggerimento degli scienziati del CTS. Il provvedimento era stato già richiesto dai governatori Eugenio Giani della Toscana e Massimo Fedriga del Friuli Venezia Giulia ed era già presente in alcune Regioni. Si potrà evitare se si va in auto, si gira sullo scooter o in bici, si sta in un posto dove è impossibile incontrare altre persone. Introdotte anche maximulte da 550 a 3.000 € per chi viola le regole, circola senza mascherina o con la stessa sotto il mento e per i proprietari di locali e negozi che fanno osservare le misure del DPCM. Limite al numero di partecipanti agli eventi (200 al chiuso e 1.000 all'aperto) ma nessuna chiusura anticipata di bar e ristoranti (anche se il Governo e le Regioni si riservano la decisione finale dopo aver seguito l'andamento dei contagi). Queste misure seguono il picco della pandemia con 2.578 nuovi casi, 18 morti e 303 pazienti in terapia intensiva. Alcuni governatori già protestano, come quello della Liguria, Toti, appena riconfermato.

I provvedimenti nel DPCM del 7 ottobre

  • Ritorno allo schema in vigore dal 19 maggio (vedi sotto), con alcuni poteri ora delle Regioni in mano al Governo
  • Obbligo di mascherina anche all'aperto su tutto il territorio nazionale
  • Divieto di assembramento e controlli più stringenti della prefettura e possibile uso dell'esercito
  • Divieto di ballare
  • Numero massimo di 200 persone per feste private ed eventi al chiuso e 1.000 all'aperto
  • Restano aperte per il numero consentito di spettatori le partite di Serie A ma non quelle delle categorie minori
  • Multe da 550 a 3.000 € per chi viola le regole

I DPCM dal 18 maggio

Il 18 maggio è stato il giorno di riapertura delle attività commerciali e produttive, una ripartenza a scaglioni orchestrata dalle Regioni all'interno della cornice fornita dalla task force di Vittorio Colao. Da allora ci sono stati molti aggiornamenti, che trovate riassunti qui sotto e a questo link, ma il quadro è rimasto sostanzialmente lo stesso. Oggi il Governo ha varato un nuovo DPCM, cosa prevede?

Il DPCM del 7 settembre

Il nuovo DPCM firmato dal Presidente Conte (che trovate integrale a questo link) conferma le misure già prese tra luglio e agosto. Un aggiornamento riguarda le coppie internazionali in cui uno dei partner provenga da paesi a rischio: possono ricongiungersi con un'autocertificazione e 14 giorni di quarantena. Le nazioni in questione sono:

  • Armenia
  • Bahrein
  • Bangladesh
  • Brasile
  • Bosnia Erzegovina
  • Colombia
  • Cile
  • Kosovo
  • Kuwait
  • Macedonia del nord
  • Moldova
  • Montenegro
  • Oman
  • Panama
  • Perù
  • Repubblica dominicana
  • Serbia 

Confermato l'obbligo del tampone per chi proviene da Croazia, Grecia, Malta e Spagna e il limite dell'80% nella capienza dei trasporti pubblici. Le discoteche e gli stadi resteranno chiusi. In proposito il Ministro della Salute Speranza ha detto: «Il governo non ha mai riaperto le discoteche, lo hanno fatto alcune Regioni che ne avevano la facoltà ma noi siamo intervenuti per richiuderle. E il Dpcm firmato oggi proroga tutte queste misure che erano già in vigore».

Il DPCM del 14 luglio

«Nessuno ci ha regalato nulla. In Occidente siamo stati i primi a confrontarci con il coronavirus. I risultati gli abbiamo ottenuti contro il Covid-19» così il Ministro della Salute Speranza ha presentato la proroga delle misure contro il contagio. Il nuovo DPCM entra in vigore oggi perché il 14 luglio è il giorno in cui scadono le misure di contenimento previste dal provvedimento del governo dell'11 giugno. Il DPCM proroga le restrizioni fino al 31 luglio, confermando sostanzialmente tutte le regole previste:

  • Distanziamento sociale
  • Obbligo della mascherina nei luoghi chiusi o all'aperto se impossibile la distanza di sicurezza
  • Protocolli di sicurezza all'interno delle attività commerciali e produttive
  • Divieto di assembramento
  • Violare la quarantena obbligatoria sarà ancora reato penale
  • Resteranno chiuse alcune attività a rischio come sale da ballo, discoteche (non all'aperto), fiere e congressi
  • Le attività dovranno avere i disinfettanti all'entrata ma non sarà obbligatorio l'uso dei guanti
  • Abolito il divieto di portare mini trolley in aereo
  • Divieto di ingresso per chi arrivi dai 13 paesi indicati dal Ministro Speranza

Il divieto d'ingresso riguarda Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia ed Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. Obbligo di quarantena, invece, per gli sbarchi di migranti previsti per l'estate. «Viaggiamo al ritmo di 200.000 contagi al giorno, la sfida è ancora aperta per tutti» ha continuato Speranza, che poi ha precisato, riguardo alla proroga dello stato d'emergenza fino al 31 ottobre, che «il Parlamento sarà protagonista». Un'ultima aggiunta, sul vaccino contro il coronavirus, Speranza ha affermato che: «Siamo nel gruppo di testa con Germania, Francia e Olanda. Produrremo 400 milioni di dosi, 60 saranno consegnate entro la fine dell’anno. Continua comunque il dialogo per rintracciare altri candidati vaccini credibili».

Dal 3 giugno riaprono le Regioni

Dal 3 giugno gli italiani potranno di nuovo spostarsi tra regioni senza bisogno di giustificare i viaggi usando il modulo di autocertificazione che, dopo mesi, finalmente ci lascia. Restano comunque obbligatori:

  • Divieto di assembramento
  • Indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto
  • Distanziamento sociale
  • Quarantena per chi abbia infezioni respiratorie e temperatura di 37,5
  • Avvertire il proprio dottore o la ASL nel caso di comparsa dei sintomi

Il Governo non ha accolto la richiesta del Governatore della Sardegna Solinas sul passaporto sanitario ma alcune Regioni, come la Campania, effettueranno controlli della temperatura corporea negli scali ferroviari e aeroportuali perché «è giusto che ogni presidente di Regione rafforzi i propri sistemi di controllo e di prevenzione sanitaria» ha detto il Ministro Boccia. Le Ferrovie dello Stato hanno implementato i trasporti con 80 Frecce, 48 Intercity e 4653 corse regionali (ai passeggeri dei treni a media e lunga percorrenza sarà misurata la temperatura per poter salire a bordo). Ultimo tassello della Fase 2, l'app Immuni, è stata lanciata e quattro regioni (Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia) l'hanno integrata in prova nel sistema sanitario. L'app di contact tracing è stata scaricata già da 500.000 utenti.

La riapertura di cinema, teatri, aree gioco, sagre e rifugi

Dopo la riapertura di palestre, piscine e centri sportivi il 25 maggio (fatta eccezone di Lombardia e Basilicata), la Conferenza delle Regioni e delle Province Autunome ha pubblicato un aggiornamento per le linee guida delle attività compresi cinema, teatri, aree gioco per bambini e parchi.

1. Cinema e teatri

Dopo il 15 giugno sarà possibile riaprire anche per cinema e teatri che, però, sono considerati luoghi ad alto rischio e dovranno rispettare non solo le regole valide per le altre attività ma anche alcune loro specifiche:


  • Distanza laterale e frontale di un metro tra gli spettatori
  • Obbligo della mascherina
  • Massimo di 200 persone al chiuso e 1.000 all'aperto
  • Frequente ricambio d'aria e sanificazione
  • Barriere di plexiglass nelle sedute e per gli operatori
  • Misurazione della temperatura e registrazione dei presenti

2. Le aree di gioco per bambini

Anche le aree di gioco per i più piccoli dovranno garantire il metro di distanza ed è consigliata la presenza di accompagnatori che spieghino tutte le misure ai genitori. I bambini sopra i 6 anni e gli adulti dovranno indossare la mascherina e nei punti di entrata e uscita saranno disposti dei dispenser di igienizzante per le mani. Anche qui la sanificazione è obbligatoria almeno una volta al giorno.

3. Sagre, fiere e rifugi alpini

Per tutte e tre queste realtà vige sempre l'obbligo del distanziamento di un metro. Sagre e fiere devono dotare di dispenser di igienizzante o guanti monouso le aree per il cibo self service e usare solo tovagliette usa e getta; i rifugi dovranno contingentare gli ingressi, i clienti avranno l'obbligo di indossare mascherina e guanti e il servizio sarà effettuato solo ai tavoli. Il dispenser di igienizzante sarà all'entrata sia del rifugio che dell'eventuale zona notte, dove sarà consigliabile prenotare e si potrà accedere solo con ciabatte di proprietà del cliente.

Le attività riaperte il 18 maggio

Ogni regioni farà storia a sé, vi mettiamo qui, in un comodo elenco, le principali riaperture delle varie zone d'Italia:

  • Bar e ristoranti: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia.
  • Parrucchieri e centri estetici: Lazio, Veneto, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Calabria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia.
  • Spiagge e stabilimenti: Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Sardegna.
  • Centri sportivi e palestre: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia.

Le Regioni restanti, invece, avranno una riapertura specifica:

  • Lombardia: La situazione in Lombardia è complessa. Tutte le attività riapriranno ma adeguandosi alle linee guida della task force, di fronte ai ristoranti si misurerà la temperatura, e la situazione sarà costantemente monitorata per evitare lo scoppio di una seconda ondata.
  • Molise: Dovrebbe accodarsi alle altre regioni, ma dopo il focolaio dovuto al funerale di Campobasso l'allerta è alta. 
  • Piemonte: Apriranno parrucchieri ed estetisti ma dovranno attendere bar e ristoranti.

Le nuove regole dei negozi

Cambierà anche il mondo in cui fruiremo di certi servizi e utilizzeremo certi locali. Sia bar che ristoranti e parrucchieri vedranno distanze di sicurezza, protocolli sanitari, turni e proenotazioni. Vi spieghiamo cosa per ogni singolo spazio.

1. Negozi


  • Il percorso per entrare ed uscire: Nel caso manchino due ingressi i clienti dovranno seguire un percorso in modo da non incrociarsi all'entrata e all'uscita. Sarà richiesto 1 metro di distanza da cliente a cliente.
  • L'uso dei camerini è permesso: Si possono provare i vestiti dopo essersi lavati le mani e indossando la mascherina.
  • Sanificazione quotidiana: I clienti potranno toccare la merce e sarà obbligatorio per gli esercizi commerciali sanificare ogni giorno l'ambiente.

2. Ristoranti


  • Preferibili i menu digitali: La cartelletta con i piatti andrebbe disinfettata per ogni cliente, quindi è consigliabile sostituirla con una lavagna o una app.
  • I camerieri con la mascherina: Secondo le regole Inail ogni cameriere dovrà indossare la mascherina per tutto il turno di lavoro.
  • Ricambio di aria naturale: I ristoranti dovranno garantire un ricambio aria quindi i tavoli all'aperto saranno i più ricercati, purché posizionati sempre a una distanza di 4 metri quadrati.
  • Niente più contanti: Alle casse ci saranno barriere separatorie, mascherina e sarà consigliato l'uso della carta.

3. Chiese


  • Percorsi segnati: Ci saranno volontari all'ingresso per indicare l'entrata e l'uscita e cartelli sui portoni con le norme per il distanziamento.
  • L'eucarestia senza contatti: Le ostie andranno maneggiate coi guanti e non ci dovranno essere contatti con i fedeli.
  • Niente acqua benedetta: All'entrata, invece dell'acquasantiera, ci sarà il dispenser di igienizzante da usare prima dell'entrata e dell'eucarestia.
  • Le offerte: Le offerte andranno depositate in un contenitore apposito senza il passaggio della questua.

4. Spiagge


  • La distanza tra gli ombrelloni: L'area di un ombrellone sarà di 10 metri quadrati e le sdraio, quando non in quest'area, non potranno essere a meno di 1,5 metri l'una dall'altra.
  • Vietati calcio e beach volley: Tutte le attività ludiche e sportive che possano creare assembramenti sono vietate.
  • App per le spiagge libere: Le amministrazioni dovrebbero realizzare app e sistemi di prenotazione per parcheggi e spiagge libere.
  • Vietata la respirazione bocca a bocca: Sarà permessa la compressione del torace ma non la ventilazione.

5. Centri estetici


  • Vietati sauna e bagno turco: I trattamenti sono possibili solo singolarmente e preferibilmente divisi da pareti fisiche, restano vietati sauna, bagno turco e vasche per idromassaggio.
  • Mascherine e visiere: Non basteranno le mascherine chirurgiche per gli operatori che dovranno proteggersi con visiere e dispositivi FFP2 e FFP3 per i trattamenti al viso.
  • Trattamenti del viso: Per queste prestazioni andrà trovato un locale areato escludendo, però, la vaporizzazione.
  • Pagamenti con la carta: Prenotazione obbligatoria, barriere alle casse e pagamenti digitali.

5. Parrucchieri


  • Due metri di spazio: Ogni postazione dovrà essere a 2 metri dall'altra, clienti e operatori con mascherina, mantelle e grembiuli monouso.
  • Prenotazione obbligatoria: Necessario prenotare e scompariranno le riviste nelle sale d'aspetto.
  • Porte sempre aperte e si parla allo specchio: Le porte del negozio dovranno restare sempre aperto per garantire il ricambio dell'aria e sarà possibile parlare con gli operanti solo guardando lo specchio.
  • Lavare la barba e arrivare preparati: Per il barbiere bisognerà arrivare con la barba già lavata e con i propri strumenti in un sacchetto monouso da consegnare all'ingresso.

6. Alberghi


  • Pagare le vacanze: Le casse saranno provviste di barriere fisiche e sarà richiesto il pagamento digitale, favorendo i sistemi di checkin e checkout online.
  • Gli spazi comuni: Gli spazi comuni non saranno utilizzabili se la struttura non potrà garantire la distanza di sicurezza e il ricambio di aria.
  • A un metro di distanza in ascensore: L'ascensore è un luogo a rischio, sarà utilizzabile solo garantendo 1 metro di distanza e una sanificazione continua.
  • Vietati i buffet: La colazione a buffet e altre opzioni simili saranno vietate perché troppo rischiose.

«Siamo nel gruppo di testa con Germania, Francia e Olanda. Produrremo 400 milioni di dosi, 60 saranno consegnate entro la fine dell’anno» ha ricordato Speranza. «Continua comunque il dialogo per rintracciare altri candidati vaccini credibili».

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