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famiglia

Due terzi dei millennial non riescono a lasciare i genitori

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Li chiamiamo millennials, quelli che con il nuovo millennio hanno iniziato a conoscere l’età adulta. I più giovani, invece, si chiamano generazione Z, quelli che li hanno preceduti generazione X. E poi ci sono i boomers. Generazioni in conflitto eppure legate a doppio filo, con i più giovani che non riescono ad emanciparsi dai genitori. Ora una sentenza della Cassazione stabilisce che i figli dovranno abbandonare la propria casa al termine degli studi. Ma basta davvero il tribunale per cambiare un'economia che privilegia gli anziani e precarizza i più giovani?

Come stanno i millennials?

Dovrebbe essere il cuore pulsante del mondo, ma la generazione compresa tra i 18 ed i 35 anni non riesce proprio a spiccare il volo. Si tratta di una sindrome che coinvolge tutto il mondo occidentale, ma che – in Europa – vede l’Italia mostrare i dati più allarmanti. I giovani sono un peso, in questo momento storico: per il Paese, che fatica a trovare loro occupazione, ma anche per i genitori, che si trovano a casa figli sempre più grandi. Ecco un po’ di numeri:

  • 17,8% la disoccupazione nella fascia 15-34 (Istat)
  • 25,7% tasso di disoccupazione giovanile (15-25)
  • 66,4% di giovani vivono con i genitori
  • 49,3% sono over 25 (30% media Europea)

Come alle elementari, svelati i dati c’è solo che da porsi la domanda. Ma addizioni e sottrazioni non bastano a risolvere il problema: la questione, infatti, è capire perché si verifichi.

Come si paga un affitto

Il fattore occupazione incide non poco nel tenore di vita della generazione X e dei millennials. Poco importa se si è scelto di studiare o di cercare subito fortuna nel mondo del lavoro, perché i numeri anche qui mostrano una crisi. Un dato in particolare è desolante: lo stipendio medio di un neo-laureato. Al Sud, un preoccupante 975€ al mese, al Nord ci si “rassicura” con qualcosa in più, 1163€ al mese. Non se la passano male nemmeno al Centro, perché dopo la laurea la speranza media di guadagno è di 1070€ ogni mese. In sostanza, un affitto: a Milano, per esempio, un affitto mensile per uno studente o un giovane lavoratore autonomo si aggira intorno ai 630€ per una stanza. 840, invece, per un monolocale. A Roma, un bilocale di 60 metri quadrati al Pigneto costa in media 811€ mensili. Si potrebbe andare avanti con Torino o Firenze, ma le cifre oscillerebbero tutte tra il proibitivo e lo scandaloso, soprattutto se messo in relazione con tutti i dati riportati poc’anzi.

La difficoltà di lasciare casa

In tanti si saranno posti, arrivati all’età X, la domanda delle domande: «ma perché non me ne vado dall'Italia?». Potrebbe essere una soluzione, ma le sorti degli expat non sono tutte uguali, specialmente quando casi sporadici di migrazione cominciano a diventare veri e propri flussi. Dopo il 2008, gli italiani hanno cominciato ad emigrare con molta più insistenza di quanto non fosse successo nel Dopoguerra. Svizzera, Argentina, Brasile e Germania sono le mete storiche, alle quali si è aggiunto il Regno Unito. Rapportare il danno economico di un disoccupato con quello di un espatriato, per le casse dello Stato, quasi non cambia. Il passivo di aver garantito loro un’istruzione non viene ripagato da nessuno dei due, per evidenti ragioni: uno non lavora, l’altro lo fa all’estero. Pertanto, stupisce l'indolenza politica sul fronte dell’occupazione giovanile. Per tanti la soglia dei trent’anni si sia trasformata in un traguardo determinante per valutare il proprio fallimento o la propria realizzazione, con l’ago della bilancia che pende già sfavorevolemente in partenza. Perché, ricordando la Costituzione americana, la felicità del cittadino dovrebbe essere un bene da garantire politicamente.

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