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Jojo Rabbit, quando il tuo amico immaginario è Adolf Hitler

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L’assunto “la guerra vista attraverso gli occhi di un bambino” è antico quanto la più grande tragedia del Novecento: l’Olocausto, a cui sono ispirati innumerevoli film, fumetti, libri, opere di fantasia. Raccontare l’orrore con gli occhi di un innocente è una sfida difficile: raccolta e portata a casa da Taika Waititi, regista neozelandese di ascendenza ebrea che con il suo Jojo Rabbit ha ottenuto due candidature ai Golden Globes 2020 e si è presentato agli Oscar con ben sei nomination tra cui miglior film e attrice non protagonista per Scarlett Johansson.

Jojo coniglio e l’amico Adolf Hitler

Jojo Betzler ha dieci anni, vive con la madre in un paesino della Germania a un passo dalla fine della Seconda guerra mondiale ed è un fervente nazista. Il suo sogno è entrare nella guardia personale del Führer, che è anche il suo amico immaginario: come molti bambini, Jojo sublima la realtà e immagina al suo fianco Adolf Hitler, che lo consiglia, lo ascolta e lo incoraggia nella via dell’obbedienza al Reich. Le certezze granitiche di Jojo verranno però messe in discussione da una scoperta sconvolgente: la madre nasconde in casa una ragazza ebrea.

Il confronto con Elsa, interpellata per conoscere tutto sugli odiati nemici, cambierà la sua vita per sempre. Taika Waititi, di origini maori ed ebraiche e già conosciuto al grande pubblico per Thor: Ragnarok, duetta deliziosamente nel ruolo di Adolf con il piccolo Roman Griffin Davis, al suo promettente esordio. Il personaggio di Rosie, madre di Jojo, pare scritto su misura per la Johansson che incarna una donna frizzante e piena di vita, che non si rassegna a lasciar inghiottire il figlio dal buio delle ideologie.

Jojo Rabbit con Scarlett Johansson
Jojo Rabbit con Scarlett Johansson

Una favola sull'Olocausto figlia di Chaplin e Benigni

Jojo Rabbit racconta la Shoah, la guerra e l’orrore dell’indottrinamento nazista, con una purezza e un’ironia spietata e feroce, che non lesina nel dipingere i camerati come totali incapaci, inetti fanatici e macchiette dai tic alla Charlie Chaplin: la gag degli infiniti saluti a braccio teso sarebbe stata molto apprezzata dal regista de Il grande dittatore (film a cui Waititi si ispira, condendo il tutto con un gusto estetico che ricorda Wes Anderson). La sfida che si assume il regista è la stessa de La vita è bella di Roberto Benigni, il tentativo di evadere dall’orrore attraverso la bellezza, ma al contrario: Jojo è attratto dall’incubo, è la bellezza che teme e che lo salverà.

Il film riesce nell’intento di raccontare la guerra con occhi innocenti e sognatori: a volte anche troppo. Si ha l’impressione che lo stesso Waititi si sia fatto prendere, calcando troppo la mano con l’ironia anche dove non necessario. Seppur con qualche sbavatura stilistica autoreferenziale, Jojo Rabbit è una favola dal sapore indie e dai colori vividi, come li vedrebbe un bambino, che racconta tra sogno e realtà la storia più horror del nostro secolo.

La vita è bella con Roberto Benigni
La vita è bella con Roberto Benigni

I bambini ci salveranno

Taika Waititi, regista dall’occhio orgogliosamente infantile, si diverte nei panni di un Adolf innocuo, neutralizzato nella sua carica negativa dall’essere la proiezione della coscienza di un bambino. Il tema dell’innocenza violata dal fanatismo è centrale nel film, e attuale ai nostri giorni. A un passo dalle celebrazioni per la Giornata della Memoria, vedere la sequenza iniziale in cui Jojo prova il saluto nazista e corre invasato per le strade gridando “Heil Hitler!”, inframezzata dai filmati originali di folle in delirio, fa venire un brivido.

Esorcizzato per fortuna dalla risata che questo film, che mescola grottesco, fiabesco e onirico, riesce a indurci e che arriva a ristorarci. Jojo Rabbit riesce là dove La vita è bella e Il grande dittatore erano già riusciti, ma con una marcia in più: poter essere visto e apprezzato anche dai più piccoli.

Jojo  Rabbit riesce dove La vita è bella fallisce
Jojo Rabbit riesce dove La vita è bella fallisce

I film di Taika Waititi

  • Eagle vs Shark (2006)
  • Boy (2010)
  • Vita da vampiro - What We Do in the Shadows (What We Do in the Shadows) (2014)
  • Selvaggi in fuga (Hunt for the Wilderpeople) (2016)
  • Thor: Ragnarok (2017)
  • Jojo Rabbit (2019)

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