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I giovani stanno votando più di sempre

Aumentano i giovani che vanno a votare: è il primo dato delle elezioni americane più combattute dell’ultimo ventennio. Milioni di under 30 sono andati alle urne o hanno espresso il proprio voto per posta. Alcuni per la prima volta proprio quest’anno, confermando la crescente attenzione delle nuove generazioni verso la politica che già era emersa sia alle Midterm Elections in America nel 2018 che alle ultime elezioni per il Parlamento in Europa. A prevedere questo trend, stavolta, è stata proprio Alexandria Ocasio-Cortez, stella millennial dei democratici, il 3 novembre mentre parlava a The Hill con un altro idolo dei giovanissimi: Bernie Sanders.

La radicalizzazione dei più giovani

«Il momento storico è dalla nostra parte e stiamo vincendo». Alexandria Ocasio-Cortez, 31 anni, ex barista, ha parlato così a The Hill, prima di vincere a New York ed essere rieletta alla Camera per il suo secondo mandato insieme alla “squad progressista” composta da Ilham Omar, prima deputata con il velo, Rashida Tlaid, e Ayanna Pressley. «Abbiamo vinto il discorso generazionale, i millennial sono radicalizzati e la Gen Z è la fuori con la propria coscienza di classe e sono fermamente convinta che stiamo vincendo e che non potrei essere più eccitata». E in effetti, di radicalizzazione dei più giovani aveva parlato già a settembre, quando aveva invitato millennial e Gen Z a non arrendersi, mentre il Paese continuava a essere scosso dal moto di proteste innescato dalla morte di George Floyd. «La nostra democrazia era in rovina già prima di Trump. Abbiamo un nuovo mondo da costruire. Dobbiamo guidare cambiamenti reali». Ma il bisogno di radicalizzarsi, di non fermarsi alla mera riforma del sistema e di spingere l’acceleratore sul cambiamento da parte dei giovani deriva anche dalle maggiori incertezze in campo economico, tanto che per il 23% degli intervistati per l'Harvard Youth Poll ha dichiarato che si tratta del tema più importante. Secondo i dati diffusi dal Pew Research Center, il 25% dei giovani fra i 16 e i 24 anni ha perso il lavoro tra febbraio e maggio. Un fenomeno che fa coppia con un altro: l’addio alla mobilità sociale, sperimentata ormai solo dal 50% dei ragazzi, su cui gli USA hanno creato il loro slogan come nazione.

Un’affluenza storica al voto

Stando ai dati forniti da Center for Information and Research on Civic Learning and Engagement (CIRCLE) della Tufts University, quasi 7 milioni di ragazzi in più tra i 18 e i 29 anni avrebbero votato in queste elezioni e, solo fino a venerdì scorso, 1.2 milioni di quelli tra i 18 e i 21 anni avevano già inviato la propria preferenza per posta in 39 stati. Un record storico per gli USA. Secondo Il PEW Research Center e l’Harvard Youth Poll il 61% della Gen Z avrebbe votato per i democratici e solo il 22% per i repubblicani. Il gruppo Millennials-Gen Z (che corrisponde a più di un terzo dell’intero elettorato americano) è ormai fondamentale per capire i trend del futuro, come fa notare Samuel Kaufman della Texas High School: il consenso di cui godranno, nei prossimi anni, i due partiti e i temi che domineranno il dibattito pubblico. La vittoria dei Verdi alle Europee nel 2019 ha confermato, ad esempio, che le nuove generazioni, in Occidente, sono sensibili ai temi ambientali e che sono pronte a scendere in piazza per difendere il pianeta. L’impegno in prima persona degli under 30 in questi anni è stato in continua crescita: sempre secondo CIRCLE, oggi il 27% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha partecipato almeno a una marcia di protesta, un salto dal 5% del 2016 e dal 16% del 2018 (complici, probabilmente, il Black Lives Matter e i Fridays for Future). D’altronde Millennials e Gen Z hanno alzato la testa un po’ in tutto il mondo, spinti dall’impatto della crisi, prima economica e poi pandemica e infine climatica. «Più di 15 milioni di giovani Americani hanno raggiunto i 18 anni dall’ultima elezione presidenziale» ha spiegato Mark Gearan, Direttore dell’Istituto di Politica. «La Gen Z sta affrontando l’esperienza, unica nella vita, di una pandemia globale combinata a instabilità economica e conflitto etnico. I giovani americani stanno vedendo in prima persona quanto l’azione di governo possa impattare sulla loro vita di ogni giorno e sono pronti a far sentire la propria voce in queste elezioni».

I voto dei giovani decisivi per Biden

Le ultime analisi del voto in Arziona, Georgia, Michigan e Pennsylvania confermano le previsioni di Pew Research Center e dello Harvard Youth Poll: il voto di millennial e Gen Z è stato vinto dai Dem ed è risultato determinante per la vittoria di Biden. Il candidato democratico avrebbe vinto tra gli elettori al primo voto (66% a 32%), nella fascia d'età 18-24 (67% a 29%), nella fascia d'età 25-29 (55% a 42%) e in quella 30-39 (52% a 45%). Molti hanno fatto di più che votare: si sono impegnati in prima persona nella campagna e hanno donato soldi nonostante il loro rappresentante preferito fosse stato, alle primarie, Bernie Sanders.

Stay radical

Da Greta Thunberg a Marinel Ubaldo, passando per la marea verde degli attivisti di casa nostra, alle proteste contro i regimi autoritari come in Bielorussia e Libano: il mondo si sta svegliando, ed è un risveglio radicale. Sconfitto chi sosteneva che l’attivismo non sarebbe mai balzato nelle piazze dai social e dalle poltrone dei salotti, oggi le strade sono dei giovani. Che da una parte all’altra dell’Atlantico scoprono che non c’è più spazio per il silenzio accondiscendente e la moderazione insegnata dai genitori. Quanto questa radicalizzazione avrà conseguenze sul mondo che verrà è ancora tutto da vedere. Ma di certo ci insegna una cosa importante: che il cambiamento è un mosaico.

La prima senatrice transgender nella storia degli Stati Uniti

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