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Davide Bomben, l'italiano che combatte il bracconaggio in Africa

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In Africa Davide Bomben, torinese classe 1978, istruisce i ranger che difendono le specie protette dai bracconieri, killer silenziosi che agiscono solitamente di notte, quando tutto sembra riposare sotto la calma calda del cielo nero d’Africa. Nella canna del fucile, Paesi come il Malawi, il Mozambico, il Congo, lo Zimbabwe, la Namibia e il Sudafrica. Qui, ogni proiettile, ha la forma di un dollaro. 


Un italiano che insegna a combattere i bracconieri

Davide Bomben si è innamorato dell’Africa a dodici anni. Oggi si dedica all’addestramento delle unità anti-bracconaggio con la sua Poaching Prevention Academy, dove, dopo un addestramento lungo circa sei mesi, si formano decine di futuri ranger che a rischio della propria vita si battono per la salvaguardia degli animali a rischio. Come Bomben ha spiegato in un’intervista al Corriere «un ranger è qualcosa a metà strada tra un guardiano del parco e un operatore delle forze speciali. Per impedire l’uccisione degli animali spesso si devono ingaggiare vere e proprie battaglie con i bracconieri. La formazione di un ranger quindi ha molto in comune con quella degli operatori delle Special Forces».

I tre tipi di bracconaggio

  • Bracconaggio alimentare
  • Bracconaggio sportivo
  • Bracconaggio speculativo

Zanne, denti, costole e corni finiscono per diventare monili, crocefissi e medicamenti. «Il primo è tutto sommato un fenomeno circoscritto e comprensibile – spiega Davide - inaccettabili sono invece gli altri due tipi di bracconaggio nel corso dei quali gli animali sono uccisi per puro divertimento o per trarne un vantaggio economico»

I ranger a difesa delle specie protette

Ogni otto ore un rinoceronte viene ucciso per il suo corno, mentre gli elefanti ammazzati per le loro preziosissime zanne d’avorio sono circa 20mila all’anno. A contrastare il fenomeno, un pugno di uomini e donne che lavorano come ranger nelle principali riserve per difendere gli animali a rischio di estinzione. Il loro compito è quello di arrestare i bracconieri, contrastando un giro d’affari che frutta circa 200 miliardi di dollari all’anno e che è in continua espansione.

I rinoceronti sono cacciati per l
I rinoceronti sono cacciati per l'avorio

Non è più un mistero infatti che dietro alle azioni di bracconaggio si nasconda la mano di gruppi terroristici come Boko Haram e al-Shabaastrong. Ogni anno, sono centinaia le vittime fra bracconieri e eco-guardie, anche se gli scontri a fuoco sono rarissimi. Si muore piuttosto per una puntura di scorpione, per un’insolazione o sotto il peso di un pachiderma. Bollettini di guerra per quello che è un vero e proprio conflitto fra uomo e natura, dove i ranger spostano l’ago della bilancia a favore della savana.

Le specie animali a rischio bracconaggio

  • Rinoceronti
  • Elefanti
  • Leoni
  • Bufali
  • Leopardi

I numeri della caccia agli elefanti africani

Solo un secolo fa in Africa vivevano un milione e mezzo di elefanti, oggi ne sono rimasti circa 400mila. L’allarme è stato lanciato dall’Onu sulla base di una ricerca condotta dall'Organismo che si occupa del commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione (Cites).

Gli elefanti sono vittime dei bracconieri in Africa
Gli elefanti sono vittime dei bracconieri in Africa

Il segretario Generale della Cites, Ivonne Higuero ha dichiarato che «il massacro illegale degli elefanti in Africa causato dalla caccia all'avorio rappresenta una minaccia per la specie». Non solo. «La popolazione africana è cresciuta di dieci volte, passando da 125 milioni di abitanti a 1.225 milioni, e ciò porta gli elefanti a contendere con gli umani lo spazio, che diviene sempre più raro». Contribuendo a gettare benzina su un fuoco che è ormai un incendio.

Davide Bomben, l'italiano che combatte il bracconaggio in Africa

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