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C’è stato un concerto live senza casi di covid

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Lo scorso 12 dicembre a Barcellona c’è stato un concerto al chiuso che non ha fatto registrare alcun caso di covid tra i suoi 463 partecipanti. Come? Adottando misure di sicurezza sartoriali, come mascherine e test, ma senza distanziamento fisico. Un caso che potrebbe cambiare la sorte dei concerti dal vivo ai tempi della pandemia. E risollevare un settore in ginocchio, in un momento in cui i danni stimati per gli effetti della pandemia covid su spettacoli, musica dal vivo e industria dell’accoglienza sono circa 1.5 miliardi €.

L’esperimento

Il Prima-CoV ha dimostrato che un concerto si può svolgere live senza essere associato a un incremento di contagi da covid. L’esperimento è avvenuto nella sala Apollo a Barcellona lo scorso 12 dicembre e fa parte del progetto Back on Track organizzato dal Primavera Sound, dalla Fight AIDS and Infectious Disease Foundation e dall’ospedale universitario German Trias i Pujol di Badalona. I partecipanti allo studio, con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, non presentavano comorbilità, non erano in contatto con anziani ed erano negativi al covid. Di loro, 463 hanno partecipato al concerto, che includeva 4 performance per una durata complessiva di 5 ore: il tempo mediano speso da ciascun partecipante è stato di 2 ore e 40 minuti. Ma a fare la differenza sono state una lunga lista di misure di sicurezza. Le persone che volevano accedere al concerto sono state sottoposte a test antigenici rapidi e l’angolo bar è stato allestito in un ambiente a parte. Ai partecipanti è stato richiesto di rimuovere la mascherina solo per bere, mentre ai fumatori è stata destinata una zona esterna. Non solo. All’entrata del locale sono state consegnate mascherine N95 e la ventilazione della sala è stata accuratamente monitorata, così come le code ai bagni. Dopo otto giorni, i 463 partecipanti al concerto si sono sottoposti a tampone. Risultato? Nessuno è risultato positivo e tutti si sono divertiti, comportandosi normalmente. Delle 496 persone che invece si sono sottoposte all’esperimento, ma non sono entrate al concerto, solo due hanno contratto Sars-CoV-2. Insomma, c’è ancora speranza per gli eventi dal vivo.

L’industria del divertimento al tempo della covid

Secondo lo studio Dopo l’intervallo, condotto in collaborazione con Assomusica, il 96% del pubblico italiano dice di sentire la mancanza degli spettacoli dal vivo, tanto che il 23% pensa di riprendere a frequentare gli eventi a prescindere dalle misure di sicurezza adottate e il 30% pensa di acquistare a breve biglietti per le performance live. L’industria del divertimento, dunque, per un gioco di contrasti, fa sentire la sua mancanza. Mancanza di contatto fisico, ma anche della possibilità di godere dal vivo delle performance dei propri artisti preferiti. E di ballare vicino a un altro essere umano. Ci aveva provato lo streaming a farci divertire, al costo, però, di imprigionare gli spettacoli e le nostre emozioni nel freddo schermo di un telefono. La via barcellonese potrebbe quindi rappresentare una soluzione per salvare l’industria del divertimento e del clubbing. Laboriosa, forse, ma più vicina ai bisogni del pubblico. Che non si accontenta di algoritmi e live in streaming sulle più disparate piattaforme, ma è affamato di contatto con gli altri suoi simili e con i suoi artisti preferiti.

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