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Chi era Halston, l'uomo che inventò la moda americana e poi perse tutto

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Cinque episodi per raccontare, su Netflix, la parabola di una leggenda della moda e della cultura pop. Roy Halston Frowick, l’uomo dietro alla moda degli anni ’70, che divenne famoso in tutto il mondo nel giro di 24 ore dominando la moda per due decenni finché fu scalzato dal trono e lasciato solitario e morente ai margini della celebrità. Una vita già soggetto di un famoso documentario di Frédéric Tcheng presentato al Tribeca Film Festival del 2019 e ora al centro della miniserie Halston di Ryan Murphy con Ewan McGregor.

Halston, Jacqueline Kennedy e lo Studio 54

John Fitzgerald Kennedy vinse le elezioni incarnando le speranze di un’intera nazione. Il 20 gennaio del 1961 la sua cerimonia di insediamento fu la prima trasmessa sulla televisione a colori e Jacqueline Kennedy, attenta a ogni dettaglio, decise di sfruttarla per dare un segnale di rottura col passato. Lo fece indossando un vestito dalle linee pulite, coronato da un cappello a tamburello di uno stilista sconosciuto, Halston. Una scelta che oggi sembra normale, ma che, nell'ambiente conformista dell'America post-Anni '50, fece scalpore e trasformò Jackie nel «faro di una nuova generazione, caratterizzata da un look dalle linee pulite e da un'estrema eleganza», come scrisse Thurston Clarke in Ask Not. Quella scelta cambiò la vita del giovane Halston, emigrato del Midwest che era arrivato a New York per fare il modista ai magazzini Bergdorf Goodman e che, nelle ventiquattro ore tra il 20 e il 21 gennaio del 1961, divenne famoso in tutto il mondo.

Alla fine dei ‘60 Halston aveva trasformato quella fama improvvisa, da un lato, in una boutique sulla Madison Avenue dove lo stilista inventò quello stile che ancora oggi leghiamo indissolubilmente agli anni ‘70. Dall'altro in una vita di eccessi senza precedenti, spesa soprattutto la notte e dando vita a un’infinita serie di storie ormaileggendarie. Come il celebre ingresso di Bianca Jagger allo Studio 54 a mezzanotte del 2 maggio 1977 (o 1975 a seconda delle versioni) su un destriero bianco scortata da un barista coperto solo da vernice e paillettes dorate. Su di lei un abito rosso rubino firmato Halston che la trasformò, grazie alle foto di Rose Hartman, in una delle donne più eleganti della storia.

Halston divenne il Re della Notte di New York negli anni in cui New York era il centro del mondo. Ogni donna del jet-set americano indossava Halston, da Catherine Deneuve a Liz Taylor, da Raquel Welch a la Baronne de Rothschild fino a Marella Agnelli e Lauren Bacall. Halston era, lui stesso, sempre elegantissimo, vestito di neroe bianco e circondato dalle sue fedelissime modelle ribattezzate Halstonettes. Andy Warhol suo amico intimo, definì le sue sfilate «la forma d’arte degli anni ’70».

Halston con le sue Halstonettes
Halston con le sue Halstonettes

La caduta di un impero

Il marchio di lusso Halston si trasformò in un impero che vendeva ogni cosa, dal profumo all’arredamento, e fu questo successo la causa della sua caduta. Terribile e rumorosa come in un dramma teatrale. Perduto in un vortice di droghe, notti in bianco e uomini di ogni sorta, Halston cedette il suo nome e il suo genio alla Norton Simon Inc. che lo avrebbe portato alla rovina. In pochi anni il marchio Halston fu svenduto, utilizzato per uniformi sportive, divise delle linee aeree e degli scout. In rotta con la grande azienda a cui aveva ceduto il nome, Roy Halston perse il trono e infine anche il suo storico appartamento al 21° piano dell’Olympic Tower a Manhattan. Si autoimpose l’esilio che, però, durò solo sette anni. Nel 1990 morì per il sarcoma di Kaposi, complicazione dell’AIDS, a soli 57 anni.

Halston, la miniserie su Netflix

Sono solo 5 episodi che, però, condensano il nocciolo glamour e tragico della storia dello stilista newyorkese. Halston è una miniserie che, con The Serpent, mostra uno spaccato profondo dei ’70, quello della cultura popolare e dei suoi protagonisti, affascinanti e oscuri. La produzione e la sceneggiatura sono di Ryan Murphy, mentre Daniel Minahan dirige un cast straordinario. Ewan McGregor nei panni del protagonista, Krysta Rodriguez in quelli di Liza Minelli, Rory Culkin è Joel Schumacher e Rebecca Dayan interpreta Elsa Peretti, designer di Tiffany & Co e amica di Halston. Non sono mancate le polemiche della famiglia che ha definito la serie tv “inaccurata” e si è lamentata, in uno statement all’Associated Press, che né i parenti né l’archivio della maison sono stati consultati per la produzione di Netflix. Un racconto “romanzato”, quindi. Ma la vita di Halston è, già di suo, colorata dai toni della leggenda.

La Pop Art secondo Andy Warhol

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