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Perché dovresti (ri)vedere BoJack Horseman

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Il 31 gennaio, è andata in onda la seconda parte di BoJack Horseman 6, la serie animata statunitense ideata da Raphael Bob-Waksberg per Netflix. I characters di BoJack ci hanno incatenati allo schermo, generando in noi sentimenti contrastanti: personaggi tridimensionali e profondamente caratterizzati, in grado di suscitare empatia, facilitando la sospensione dell’incredulità e il processo di immedesimazione da parte dello spettatore.

BoJack Horseman e la depressione

Più di ogni altra cosa, ricorderemo BoJack Horseman come la serie animata che ha affrontato con un approccio lucido i disturbi mentali e i meandri più inaccessibili del nostro animo; gli animali antropomorfi e gli umanoidi apparentemente banali che popolano il mondo di Bojack sono, in realtà, dotati di sfaccettature complesse e stati d’animo fragilissimi.

Il 31 gennaio esce Bojack Horseman 6 su Netflix
Il 31 gennaio esce Bojack Horseman 6 su Netflix

Segnati dal senso di colpa e da una visione della vita iper-pessimistica, devastati dai rimpianti e dalle notti in bianco, impegnanti nella disperata ricerca di un espediente che possa suggerirgli come combattere la depressione, di cui manifestano tutti i sintomi fisici e mentali. Il più delle volte, la spirale di negatività in cui versano sembra un tunnel senza via d’uscita: le loro giornate si susseguono in un eterno blue monday, non sanno cosa fare, non riescono a trovare un appiglio per rialzarsi.

I personaggi di BoJack Horseman siamo noi

Probabilmente, la serie funziona perché sappiamo che, in fondo, i personaggi di Bojack siamo noi, con tutte le nostre imperfezioni, traumi latenti e incomprensioni irrisolte: siamo stati tutti Herb Kazzaz, lo sceneggiatore di Horsin’ Around che non riesce a perdonare un amico di vecchia data; abbiamo provato tutti a imitare la positività di Mr. Peanutbutter, quando ci siamo sforzati di guardare alla nostra quotidianità con un velo di – finto – ottimismo; siamo stati tutti Todd che vive nella luce riflessa di qualcun altro, affossando volutamente le proprie potenzialità; è impossibile non immedesimarsi in Diane Nguyen, frustrata sul posto di lavoro; e, in ultimo, abbiamo indossato tutti i panni di BoJack quando ci siamo attaccati morbosamente a una persona o, peggio, le abbiamo fatto del male consapevolmente.

Bojack Horseman e Todd
Bojack Horseman e Todd

Ogni personaggio è il riflesso di un nostro particolare stato d’animo, con l’unica differenza che, nel microcosmo della serie, non c’è spazio per il lieto fine. Del resto, parafrasando una delle citazioni più significative di Bojack Horseman, «Il lieto fine è una cosa inventata da Steven Spielberg per vendere biglietti. È come il vero amore, le Olimpiadi di Monaco. Sono cose che non esistono nel mondo reale. Dobbiamo continuare a vivere guardando al futuro».

Gli abissi di BoJack Horseman in “Fish out of water”

L'episodio che, più di ogni altro, riassume la poetica di BoJack Horseman è il quarto della terza stagione, Fish out of water. Siamo alla prima di un festival cinematografico sottomarino a cui BoJack non vorrebbe neppure presenziare, ma è costretto a turarsi il naso per ragioni di visibilità, dato che è un impegno sorto nel bel mezzo della campagna promozionale di Secretariat, la sua ultima occasione per risollevare una carriera sull’orlo del baratro. Alla premiére è presente anche Kelsey, la regista che ha diretto il film che potrebbe portarlo agli Oscar e che il cavallo ha fatto licenziare. BoJack vorrebbe chiederle perdono ma, sott’acqua, i due non hanno la possibilità di comunicare per mezzo della parola.

Bojack Horseman in Fish out of water
Bojack Horseman in Fish out of water

Non c’è nessuna possibilità di infrangere la barriera dell’incomunicabilità se non trasferendo il proprio senso di colpa nell’inchiostro, scrivendo su un bigliettino un messaggio ermetico ma lancinante: «Kelsey, in questo mondo terrificante, tutto quello che abbiamo sono i legami che creiamo. Mi dispiace averti fatta licenziare. Mi dispiace non averti più chiamata». Un messaggio che Kelsey non leggerà mai, poiché l’acqua ne disperderà irrimediabilmente le parole. Una massima da incorniciare: in questo mondo terrificante, ci rimangono soltanto i legami che creiamo. E BoJack ci ricorda che, nel momento in cui dovessimo sottostimarne l'importanza, la probabilità di ritrovarci soli, con un bigliettino di scuse fradicio, un conflitto irrisolto e l’ennesimo pacco di sigarette vuoto, potrebbe essere altissima.

I migliori episodi di Bojack Horseman per la redazione

  • Downer ending, 1×11
  • Out to sea, 2×12
  • Fish out of water, 3×04
  • The old Sugarman place, 4×02
  • Time’s arrow, 4×11

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